2015-09-21 13:21:00

Un milione di visitatori al Padiglione Expo della Santa Sede


Un milione di presenze al Padiglione della Santa Sede all’Expo di Milano. E’ il traguardo toccato ieri con l’ingresso delle Piccole apostole della carità, l’istituto fondato da don Luigi Monza. Crescono anche le offerte libere destinate ai campi profughi in Giordania che è possibile fare all’interno dello stand. Benedetta Capelli ha intervistato Luciano Gualzetti, vicecommissario del Padiglione della Santa Sede:

R. – Come Santa Sede, noi abbiamo presentato – oltre a tutta una serie di convegni che portavano, appunto, la riflessione sui temi che ci stanno a cuore – un Padiglione molto particolare, un Padiglione senza eventi commerciali, senza vendite, ma solo di riflessione. Quindi il fatto che all’interno di questo contesto, anche molto variegato e con tante presenze, un milione di persone abbiano comunque scelto di entrare in un Padiglione "sobrio", che fa riflettere anche in modo brusco, perché appena entrati si vedono i volti delle persone colpite dai conflitti, dalla fame, dall’abuso dell’utilizzo del Creato e abbiano iniziato a riflettere, a fare un percorso anche attraverso il messaggio cristiano dell’Eucaristia - ci sono stati due quadri: prima uno del Tintoretto sull’Eucaristia e adesso un arazzo del Rubens sempre sull’Eucaristia; ma poi un tavolo interattivo che dice che la vita va promossa integralmente; ed anche tre progetti di solidarietà che oggi il Santo Padre fa nel mondo - per noi è un grande risultato. In fondo la sfida era quella di catturare per 10 minuti, 20 minuti l’attenzione di visitatori, che magari erano entrati per tutt’altro. Quindi il fatto che siano entrati e che stiano entrando molte persone ci conferma nell’ipotesi fatta: bisognava esserci, bisogna esserci così, cercando di portare delle riflessioni e soprattutto una proposta che parte dal Vangelo, che è quella della condivisione, che nasce ovviamente dall’Eucaristia, e che anche di fronte a non credenti o a persone di altre religioni può dire qualcosa di fortemente umano e quindi anche cristiano.

D. – Quindi il visitatore che ha avuto accesso al Padiglione della Santa Sede - possiamo dire - è un visitatore curioso?

R. – Da noi sono entrati anche giovani che volevano sapere quale fosse il cibo del Papa e poi si sono resi conto che il cibo del Papa è una Parola, è una relazione, una relazione di solidarietà, che quindi passa attraverso un cambio di mentalità, un cambio anche di modelli economici. Naturalmente poi ci sarà quello che è entrato solo per curiosità e ne è uscito come prima, ma io ho visto che la stragrande maggioranza dei visitatori sono usciti e ci hanno fatto i complimenti, dicendo che è uno dei pochi che veramente fa capire come “nutrire il Pianeta” e come “energia per la vita” possano essere declinati e declinati da parte della Chiesa. Quindi questi ritorni ci confortano sul fatto che anche quelli che sono entrati in maniera distratta, hanno poi capito che c’era qualcosa di diverso.

D. – C’è poi anche questo aspetto importante delle donazioni: si può fare una offerta libera per i campi profughi in Giordania e anche da questo punto di vista c’è stato un incremento delle offerte…

R. – Certo. Noi vogliamo che tutti quelli che riflettono, possano poi anche capire che cosa possono fare in prima persona: possono cambiare gli stili di vita, possono cambiare la mentalità… Il fatto di rendere protagonista il visitatore, con un gesto piccolo di solidarietà e di sostegno a un progetto per la Chiesa della Giordania che accoglie profughi iracheni, ci sembra importante proprio per dare completezza a questa riflessione: in fondo la proposta cristiana è una proposta di concretezza, di adesione alla realtà, che deve poi essere giocata nella propria vita, soprattutto in termini di solidarietà.








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