2015-09-20 13:24:00

All'Avana in costruzione chiesa dedicata a Papa Wojtyla, la prima da 50 anni


All’Avana è in  costruzione la prima chiesa autorizzata dal governo cubano dopo oltre 50 anni: sarà una parrocchia dedicata a San Giovanni Paolo II e sorgerà anche grazie alla generosità dei parrocchiani di Palmi in Calabria. Il progetto guardato con favore dal presidente Raul Castro è stato fortemente voluto dall’arcivescovo locale il card. Jaime Lucas Ortega y Alamino. Il porporato ha affidato l’incarico di trovare i fondi al parroco di Palmi don Pasquale Pentimalli, intervistato da Sergio Centofanti:

D. – Lei sta facendo qualcosa di molto particolare qui a Cuba?

R. – Sì, sto collaborando con il cardinale Ortega alla realizzazione della prima chiesa per la quale il governo ha dato la concessione: dopo 50 anni! Questa chiesa sarà parrocchia in una zona periferica de L’Avana, dove vivono oltre 50 mila abitanti, senza chiesa e senza prete…  sarà dedicata a Giovanni Paolo II. Sono due anni che lavoriamo per la realizzazione di questa chiesa, in collaborazione con il cardiale, che ci tiene tantissimo. Anche lo Stato ci tiene, lo stesso Raoul Castro ha fornito gratuitamente il terreno, 5 mila metri di terreno… Non hanno voluto che venisse pagato. Tengono molto alla realizzazione di questa chiesa, perché Cuba si è aperta al mondo proprio dopo la venuta di Giovanni Paolo II, quando disse: “Che Cuba si apra al mondo e che il mondo si apra a Cuba”. Da allora qui è cominciata una rivoluzione... E oggi assistiamo ai frutti di questo invito profetico che Giovanni Paolo II ha fatto e che continua ad andare avanti grazie al cardinale Ortega e grazie a Papa Francesco, che a Cuba darà ancora maggiore slancio a questo dialogo tra Cuba, la Chiesa e il mondo.

D. – A che punto è la realizzazione di questa chiesa?

R. – Abbiamo dato inizio ai lavori, abbiamo posto la prima pietra ed ora stiamo andando avanti… Il problema a Cuba è un po’ delicato, perché dipende tutto dallo Stato: il materiale, gli operai… Quindi bisogna seguire una trafila burocratica enorme! Per piccole cose, i lavori si fermano e quindi ci vuole una pazienza certosina per poter proseguire, per poter andare nei vari uffici per i permessi. Quindi la costruzione stenta: sono due anni ormai che lavoriamo, ma in questo momento i lavori si sono fermati perché manca una ruspa… In tutta L’Avana hanno tre ruspe, che sono dello Stato: non si trova un momento per mandarle lì, perché devono spianare un po’, muovere un po’ di terra…. E non trovano una ruspa disponibile per fare questo. Le dico questo per spiegarle quanto sia complicato e difficile qui a Cuba lavorare, fare qualche lavoro. Ci stiamo comunque impegnando con tutte le nostre forze per realizzare questa chiesa: il cardinale, la Curia, noi che raccogliamo i soldi, il governo, anche Castro che ha dato il terreno… Il presidente domanda anche al cardinale a che punto siano i lavori di questa Chiesa.

D. – Quindi lei sta imparando a conoscere anche i fedeli cubani, i cattolici cubani…

R. – Ormai sono quattro volte che vengo qui. La prima volta che sono venuto qui sono rimasto molto turbato. Turbato dalla miseria: dalla miseria spirituale di questo popolo, dalla miseria materiale, la fame che vedevo in giro, ma anche dalla miseria morale. Questo non dobbiamo nasconderlo… Quando ho visto questa situazione di miseria presente a Cuba - la prima volta sono venuto per quindici giorni di ferie, era inverno, mi avevano invitato. Qui è sempre estate, il mare è bello… -  sono rimasto colpito e ho detto: “Non posso tornare a casa senza aver fatto qualcosa per questo popolo e soprattutto per questa Chiesa che ha tanto bisogno. Sono andato dal cardinale e il cardinale mi ha parlato di questo progetto. Allora io ho detto: “I soldi per la costruzione di questa chiesa te li do io”. Il cardinale è stato felice, perché non aveva soldi per costruirla, ed è rimasto colpito da questo slancio di generosità. Subito è nata un’amicizia e quindi una collaborazione per questa costruzione. Speriamo l’anno prossimo di poterla inaugurare… Bisogna purtroppo usare il condizionale, perché qui per far muovere una cosa ci vuole molto, molto tempo.

D. – E i suoi parrocchiani di Palmi che dicono?

R. – Sono contenti di poter collaborare alla costruzione di una chiesa in una nazione così bisognosa di aiuto. Seguono con interesse questa nostra iniziativa e collaborano per quanto è loro possibile, affinché si realizzi al più presto. 








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