2015-09-19 00:00:00

Papa a Cuba. Card. Ortega: attenuazione embargo, segno straordinario


Ad accogliere il Papa a Cuba sarà, tra gli altri, il cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, arcivescovo dell’Avana. Il porporato compirà in ottobre 79 anni: è stato un vero protagonista della storia della Chiesa cubana. Ha già ricevuto due Papi: nel 1998 Giovanni Paolo II e nel 2012 Benedetto XVI. Ha vissuto anni difficili: come sacerdote è stato internato in un campo di lavoro nel 1966, ma non ha mai rinunciato allo spirito del dialogo, dando il suo contributo al disgelo tra L’Avana e Washington. Adesso, proprio alla vigilia del viaggio di Papa Francesco, gli Stati Uniti hanno annunciato un altro passo verso l’abolizione dell’embargo che dura ormai da oltre 50 anni: sono state alleggerite alcune misure restrittive. Da lunedì prossimo sarà cancellato il tetto di 2000 dollari in tre mesi che gli immigrati cubani negli Usa possono inviare ai loro parenti nell’isola. Una vera boccata d’ossigeno per i tanti che qui fanno fatica a tirare avanti e vivono solo grazie alle rimesse. Saranno poi facilitati i servizi bancari, le transazioni finanziarie e i viaggi a Cuba dei cittadini americani, con la prospettiva di aprire imprese nell’isola. In questo contesto, il Papa si è presentato ai cubani con un videomessaggio semplice e profondo, invitando tutti ad affidarsi al tenero amore di Dio. Le parole del Papa sono state accolte con grande affetto e attenzione, come dice il cardinale Ortega al microfono del nostro inviato Sergio Centofanti:

R. - Tanta gente aspettava questo videomessaggio che è stato accolto con un silenzio rispettoso e profondo perché era un messaggio veramente del Vicario di Cristo che parla dell’amore, che parla dell’amore di Dio, che parla di Gesù. Ha detto ciò che noi aspettavamo. Tante volte si parla del Papa come il Sommo Pontefice, il Santo Padre, il capo della Chiesa cattolica, e la gente conosce l’importanza del Papa che ha una straordinaria autorità morale nel mondo, è ricevuto come nessun altro capo di Stato, ma questo Pontefice ha parlato col linguaggio di un prete, di un sacerdote che parla al popolo per dirgli l’essenziale.

D. – Nel videomessaggio il Papa utilizza una parola che ama molto: tenerezza. Spesso parla della rivoluzione della tenerezza. Come risuona questo appello a Cuba?

R. – Risuona bene perché questo nostro mondo qui ha bisogno di tenerezza e capisce cosa è la tenerezza. Quando si parla della tenerezza, a Cuba sempre si pensa alla madre e si capisce molto bene cosa è. Il fatto di dire che tutti dovremmo essere così, avere questa tenerezza per l’altro, nella famiglia, nella società, è molto importante ed è capito bene dalla gente.

D. - Proprio alla vigilia del viaggio di Papa Francesco a Cuba, gli Stati Uniti hanno deciso un alleggerimento delle sanzioni contro Cuba. Come giudica questa decisione?

R. - Mi sembra un segno straordinario, è una notizia molto gradita e penso che sia in relazione a questa visita perché “capisce” l’intenzione di Papa Francesco di favorire questa nuova relazione e sostiene questo cammino iniziato grazie a Dio e grazie anche al Santo Padre che ha dato il suo contributo nella fase iniziale. E’ vero che lui ha detto di non essere stato un mediatore ma è stato qualcosa di più che un mediatore. Possiamo dire che è stato un animatore: e questa sua capacità di agire nel cuore degli uomini è straordinaria!  

D. – Lei cosa auspica da questo viaggio del Papa a Cuba e negli Stati Uniti?

R. – Questo viaggio non ha un significato solo per Cuba e gli Stati Uniti o per il continente americano in generale o per l’America latina in particolare, ma ha un significato mondiale perché credo che l’influsso del Santo Padre potrà fare molto bene al mondo e che il mondo – grazie a Dio e all’influsso del Santo Padre – sarà capace di dare un futuro migliore per l’umanità. Questo viaggio viene a favorire tutto questo in modo speciale perché il Papa ha questa capacità di agire nelle cose piccole, nel “pequeño” come diciamo in spagnolo.








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