2015-09-15 12:02:00

Putin: aiuti militari alla Siria in chiave anti terrorismo


La Russia continuerà a fornire supporto tecnico-militare alla Siria per aiutare Damasco nella lotta contro il terrorismo. Lo ha detto il presidente russo Putin precisando che senza questo sostegno il numero di profughi verso l’Europa sarebbe ancora maggiore. Intanto, la Francia continua a ribadire la necessità di effettuare raid aerei in Siria contro postazioni dello Stato Islamico. Ma quali conseguenze provocherebbe un'opzione del genere? Eugenio Bonanata lo ha chiesto Andrea Margelletti, presidente del Centro studi internazionali (Ce.S.I.):

R. – Un intensificarsi dell’azione contro l’Is. Ma se qualcuno si immagina di poter sconfiggere l’Is soltanto dall’aria è veramente un’anima bella. Il territorio va controllato e posseduto. Ci vuole, quindi, qualcuno che da terra utilizzi l’esercito per poi tenere, mantenere, ricostruire i territori che eventualmente sono stati liberati con un intervento aereo. E’ così dalla notte dei tempi! Basti pensare all’impatto delle nostre stazioni dei carabinieri sul territorio. Non si può pensare di sconfiggere un avversario, che sia terroristico o della criminalità, senza una presenza capillare.

D. – Tuttavia c’è una forte contrarietà soprattutto da parte della Russia?

R. – C’è una forte contrarietà da parte di tutti ad intervenire via terra, perché se viene fatto con le stesse modalità degli interventi del passato, quindi operazioni militari senza una chiara strategia politica, i danni e i drammi li vediamo adesso.

D. – C’è spazio per una soluzione politica?

R. – Prima di tutto ci dovrebbe essere spazio per qualcuno alternativo ad Assad. Fino adesso tutti vogliono contrastare Assad, il dittatore Assad, ma nella realtà dei fatti gli unici attori politici, tolto Assad, in quel Paese, in questo momento - attori politici reali - sono al-Nusra, ovvero al Qaeda, e soprattutto l’Is.

D. – Bisogna coinvolgere Russia ed Iran...

R. – Assolutamente sì, bisogna coinvolgere tutti. I problemi regionali vanno dibattuti e risolti in ambito regionale o anche più allargato. Le soluzioni minimali – parliamo solo con i nostri amici – hanno prodotto i disastri che viviamo quotidianamente.

D. – Ma possiamo, secondo lei, aspettarci qualcosa in questo senso, perché le due lotte contro Assad e contro lo Stato Islamico stanno producendo una sorta di cortocircuito…

R. – Assolutamente sì, ma è la politica occidentale che è totalmente miope: penso al ruolo dell’Europa, che non esiste, dove ciascuna nazione decide di fare una politica propria, senza neanche consultarsi con gli alleati; penso agli Stati Uniti che sono stati tirati per il collo di nuovo in Medio Oriente, soprattutto per l’insipienza europea, quando il loro interesse principale ormai sono l’Oceano Indiano e Pacifico. Penso un po’ a tutti.








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