2015-09-14 13:54:00

Regno Unito: nuovo leader laburista Corbyn forma governo ombra


Il neo leader dei laburisti britannici, Jeremy Corbyn, sta ultimando la composizione del cosiddetto governo ombra, sebbene un importante membro dell'ala moderata del partito abbia rifiutato l'incarico per la "differenza di vedute". Il malessere della fronda centrista sembra rivolto alla questioni di politica europea. L’elezione di Corbyn alla guida dei ‘labour’ rappresenta infatti una svolta a sinistra, osteggiata dalla parte più liberale del movimento, ma salutata con favore, in tutta Europa, da molte formazioni di ispirazione socialista. Per un’analisi del contesto che ha portato alla vittoria di Corbyn e delle possibili ripercussioni sulla politica inglese, Marco Guerra ha intervistato Gabriele Iacovino, responsabile degli analisti del Ce.S.I. (Centro studi internazionali):

R. –  Il sistema britannico negli ultimi anni ha risentito fortemente della crisi economica, e la ricetta economica liberista di Cameron di fatto, forse, non ha dato le risposte che la popolazione, i cittadini britannici attendevano. Ma l’elezione di Corbyn è anche ovviamente un fatto interno al partito laburista, un partito che dopo la dinastia di Blair non ha più ritrovato una propria identità, forse troppo esasperata anche dal ‘blairismo’ e che con l’elezione di Corbyn cerca di ritrovare questa propria identità, anche perché l’elezione di Corbyn è partita proprio dalla base, dagli attivisti, e anche all’interno delle Unions, i sindacati che negli ultimi 30 anni sono stati così bistrattati in Gran Bretagna. Quindi sì, è un simbolo di come la politica all’interno del Regno Unito sta andando avanti.

D. – Corbyn ha parlato di Stato sociale e ambiente, quali sono i punti cardine del suo programma?

R.  – Sì, sono proprio questi, cioè andare a combattere punto per punto sia le politiche liberiste di Cameron, sia tutto quello che è stato il blairismo. Una lotta anche, se vogliamo, alle politiche antiausterity, ma non per ricercare le attenzioni della grande finanza della city, bensì per andare incontro ai singoli cittadini e a tutta quella classe operaia che di fatto è sempre stata alla base del partito laburista inglese e che forse negli ultimi anni è stata un po’ messa da parte dallo stesso partito, per cercare i consensi nella city di Londra.

D. – In questa Inghilterra alle prese anche con la crisi migratoria, la linea di Corbyn sull’apertura ai profughi quanto può far presa sull’elettorato al di là del bacino di elettori della sinistra? Corbyn può essere veramente uno sfidante di livello per Cameron?

R. – Indubbiamente la questione degli immigrati si va a mischiare con le dinamiche pro è contro Unione europea all’interno della Gran Bretagna, che sono dinamiche che negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi mesi hanno preso molto piede.Sembra inoltre dai sondaggi in vista del prossimo referendum sulla questione se rimanere o uscire dall’Unione Europea, che i contrari all’Ue stiano prendendo la maggioranza. Diciamo che l’atteggiamento di Corbyn va a sottolineare il tratto umano della politica: punta ad andare al di là dei numeri e fa un discorso più onnicomprensivo, di attenzione al singolo, alla persona, sia dal punto di vista economico che sociale. Cameron e Corbyn sono il sole e la luna, sono diametralmente opposti. Dovremmo vedere, ancora è presto per dirlo, quale sarà l’appeal di Corbyn al di là, come diceva giustamente lei, del bacino di utenza storico del partito laburista e come gli elettori di centro reagiranno a queste due figure.

D. - Lui comunque è un personaggio abbastanza singolare è colpisce per il suo stile di vita. Che cosa si può dire di Corbyn, come è arrivato al vertice?

R. – Sì, anche in questo caso è un po’ l’esempio di un andamento che possiamo riscontrare in quasi tutti i Paesi dell’Unione europea, cioè la ricerca di figure alternative all’establishment. Corbyn è sicuramente un politico di lungo corso, ma è un politico di lungo corso che non è stai mai legato alle lobbies di potere, all’establishment di potere. Quindi anche in questo rappresenta qualcosa di nuovo: lo dicono le stesse fotografie in pantaloncini corti, il suo essere vegetariano. Comunque rappresenta sicuramente la ricerca da parte degli elettori di qualcosa di nuovo e la disillusione nei confronti di una classe politica che non è più ritenuta in grado di dare risposte accettabili ai problemi che il cittadino comune incontra nella vita quotidiana.

D. –La sua elezione a leader dei labour è stata salutata con grande entusiasmo da molte sinistre antiausterity, Podemos in Spagna, Siryza in Grecia…

R. – Ma non dobbiamo dimenticare che Corbyn viene da una tradizione laburista inglese e di fatto il blairismo fa parte di questa tradizione.E forse la sua vittoria va vista proprio nell’ottica del superamento del blairismo, quindi di politiche liberali di sinistra. Discorso diverso è per quanto riguarda i Paesi della sponda mediterranea, Spagna, Grecia e la stessa Italia, dove queste politiche blairiane di liberismo socialista non sono mai poste in essere. Questi paesi si trovano in un’altra condizione rispetto alla Gran Bretagna, una condizione più di austerity dettata dalla crisi economica. Il tratto comune è la ricerca da parte del cittadino di una politica con un volto più umano.








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