2015-09-14 17:17:00

Giubileo, Cei: presto profughi accolti in 'case per ferie'


Ritrovare il 'carisma originario'

"Prossimamente, in Italia, alcune 'case per ferie' cattoliche saranno messe a disposizione per l'accoglienza dei profughi". Ad annunciarlo è mons. Mario Lusek, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza episcopale italiana. Don Mario parla alla vigilia di una riunione di coordinamento fra le realtà interessate, per affrontare i problemi organizzativi, ma conferma sin da ora le risposte positive di molte strutture religiose che "pur consapevoli delle difficoltà operative ancora da superare fin da ora garantiscono la loro disponibilità, attenzione e il loro entusiasmo". "E' un'occasione - spiega don Lusek - per far emergere anche a livello culturale e di immagine il carisma originario delle 'case per ferie', nello spirito della 'Carta dell'accoglienza' da noi redatta recentemente: strutture nate da gesti di familiarità, che vogliono essere la casa dei deboli, di chi cerca riposo, quiete e una ragione per vivere. Strutture che si aprono primariamente alla fatica e alla sofferenza. E poi anche luoghi di formazione e spiritualità".  

Una camera gratuita durante il Giubileo

L'iniziativa della Chiesa italiana, che vuole rispondere all'appello all'accoglienza dei profughi lanciato da Papa Francesco, s'inserisce nel progetto 'Ospitalità misericordiosa', lanciato dal sito www.ospitalitareligiosa.it in occasione del prossimo Anno Santo straordinario. "Abbiamo censito oltre cinquemila strutture sul nostro portale - spiega l'amministratore del sito web, Fabio Rocchi, - e ci è sembrato giusto coinvolgerle in un'iniziativa che avesse un senso in vista del Giubileo, trovando subito la loro disponibilità". "L'idea - spiega Rocchi - è quella di mettere a disposizione gratuitamente, durante l'Anno Santo, una camera per ogni struttura - che sia un convento, un monastero o una struttura alberghiera per il turismo religioso gestita da laici - per persone o famiglie che altrimenti non ne avrebbero la possibilità, dal punto di vista economico". Saranno le parrocchie e le istituzioni religiose a identificare le persone che saranno ospitate, in modo da avere una garanzia sul reale stato di necessità di chi effettivamente usufruisce del servizio. "Stiamo terminando la trafila organizzativa e dal 1° ottobre inizieremo a chiedere la disponibilità effettiva delle strutture - aggiunge Rocchi - mentre dal 1° novembre parrocchie e istituzioni potranno consultare il sito per capire in quali strutture possono far accogliere i loro ospiti".

Non solo alberghi, qualcosa di più

Il sito web www.ospitalitareligiosa.it è nato per incentivare l'accoglienza e codificare l'accesso a queste strutture, sia quelle religiose che quelle laiche, che si occupano di turismo religioso. " Le strutture di accoglienza religiose - spiega don Lusek - debbono oggi più che mai dimostrare il loro carisma di apertura nei confronti degli ultimi, di quelli che Papa Francesco chiama gli 'scartati'. Le 'case per ferie' non sono strutture prettamente alberghiere, ma qualcosa di diverso. Attraverso l'ospitalità debbono dare testimonianza di un mondo liberato che va verso il futuro". "Un aspetto - conclude il direttore dell'ufficio Cei per il turismo - che forse in passato abbiamo trascurato".








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