C’è grande attesa per la visita del Papa all’Onu il prossimo 25 settembre: è quanto afferma il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon nell'intervista rilasciata alla Radio Vaticana, in collaborazione con il quotidiano La Stampa, a poco più di una settimana dal viaggio che riporterà Papa Francesco nel continente americano. Migrazioni, guerra in Siria, cambiamenti climatici, Agenda per lo sviluppo e ruolo del Papa nel mondo, i principali temi toccati dal leader delle Nazioni Unite. Ascoltiamo Ban Ki-moon al microfono di Paolo Mastrolilli:
R. – We are looking forward with a great excitement
to His Holiness Pope Francis’ visit to …
Aspettiamo con grande entusiasmo la visita di Sua
Santità, Papa Francesco. Questo sarà il mio quarto incontro con il Papa, ma la sua
prima visita alle Nazioni Unite. Nella storia delle relazioni tra le Nazioni Unite
e il Vaticano, penso che questo sia il primo caso in cui un Papa faccia visita all’Assemblea
generale, cioè visiti le Nazioni Unite durante i lavori dell’Assemblea generale. E’
un uomo umile con una grande umanità, è un uomo la cui voce ha una grande rilevanza
morale. In particolare in questo mondo che sta sperimentando tanti conflitti, tanti
profughi e migrazioni, tante violazioni dei diritti umani, il problema del cambiamento
climatico, noi abbiamo veramente bisogno di una forte voce che richiami ai valori
morali, come lo è quella del Papa. Questo evento vedrà riuniti oltre 150 tra capi
di Stato e di governo del mondo: non ci si può immaginare un incontro di leader mondiali,
compreso il Papa, più grande, più significativo, più importante di questo. Gli sono
grato per la sua guida misericordiosa volta alla pace e in favore dell’umanità.
D. – Nel Mediterraneo è in corso una crisi dell’emigrazione. Recentemente, lei ne ha parlato con diversi leader europei. Pensa che l’Europa dovrebbe fare di più per accogliere i profughi?
R. – I commend the leadership and global solidarity
European leaders are showing, but at the same time…
Approvo l’iniziativa e la solidarietà globale che
stanno dimostrando i capi di Stato e di governo europei, ma allo stesso tempo in considerazione
della gravità e della proporzione di questa crisi, mi aspetterei naturalmente che
i leader europei facessero di più. Le persone stanno fuggendo dalle guerre e dalle
persecuzioni e per questo devono essere adeguatamente e velocemente protette. Questa
è una sfida senza precedenti per il mondo intero, in particolare per l’Europa. Deve
essere però notato che anche il continente europeo e i suoi abitanti hanno beneficiato
di questo tipo di migrazione e di ricerca della libertà e di migliori opportunità.
Ora che i Paesi europei costituiscono le più grandi e ricche economie del mondo, speriamo
che mostrino la loro solidarietà globale e la loro guida misericordiosa, prendendosi
cura anche di tutte queste situazioni umanitarie.
D. – Molti dei profughi vengono dalla Siria. Secondo Mosca, ora ci sono anche consulenti militari russi che operano sul campo. Lei vede in questo il rischio di un’ulteriore escalation militare in Siria?
R. – There is no military solution. They have been
fighting during the last four and a half years. …
Non esiste una soluzione militare. Stanno combattendo
da oltre quattro anni e mezzo; sono morte oltre 250 mila persone, ci sono 4 milioni
di profughi e 12 milioni di persone sono coinvolte direttamente in questa crisi. Io
ho ripetutamente chiesto di risolvere questa situazione con un dialogo politico. Nel
mese di giugno 2012 c’è stato un buon accordo, stipulato a Ginevra, sulla scia del
quale ho cercato – attraverso il mio inviato speciale Staffan de Mistura – di instaurare
gruppi di lavoro in ambito militare e della sicurezza, di tutela e protezione, di
riconciliazione e sviluppo delle infrastrutture, in ambito politico e costituzionale.
Quello è stato un tentativo di allargare lo spazio politico nell’ambito del quale
risolvere il conflitto. Io chiedo con forza ai membri permanenti del Consiglio di
Sicurezza di riunirsi e di dimostrare la loro unità di intenti in questo momento difficile.
D. – Spesso i cristiani sono vittime di violenza in Medio Oriente e in diverse altre regioni. Le Nazioni Unite possono contribuire a fermare queste persecuzioni?
R. – There should be no such discrimination against
anybody, …
Non dovrebbero esistere discriminazioni nei riguardi
di nessuno, che siano basate sulla religione o sull’appartenenza etnica. E’ assolutamente
inaccettabile perseguire e discriminare le persone in base alla loro convinzione religiosa,
in base a chi tu ami o in chi tu credi … In particolare quando si tratta di migranti
e di rifugiati, questi dovrebbero essere trattati con umanità e responsabilità, sotto
la tutela della Convenzione internazionale dei rifugiati, il Diritto umanitario internazionale
e i Diritti umani. Per questo, ancora una volta chiedo con urgenza ai leader europei
che aprano i confini, che forniscano la necessaria assistenza umanitaria. Dobbiamo
avere pietà nei riguardi di queste persone …
D. – L’Enciclica “Laudato si’” del Santo Padre riguarda la cura della nostra casa comune. La Conferenza degli Stati Uniti sul cambiamento climatico si terrà a Parigi alla fine di quest’anno, ma ancora lunedì il presidente francese Hollande ha messo in guardia davanti a un possibile fallimento dei colloqui, soprattutto se non si dovesse risolvere il problema del finanziamento alle nazioni emergenti. Cosa manca ancora per raggiungere un accordo globale, a Parigi, sui cambiamenti climatici?
R. – First of all, I am grateful to His Holiness
Pope Francis for his Papal Encyclical which he announced …
Prima di tutto, devo dire che sono riconoscente a
Papa Francesco per la sua Enciclica, pubblicata a giugno. Quando sono stato ricevuto
in udienza ad aprile, mi disse che si sarebbe impegnato fortemente a lavorare insieme
alle Nazioni Unite per affrontare il problema e i fenomeni del cambiamento climatico.
Disse che il fatto di non ridurre l’emissione di gas serra è “moralmente indifendibile”.
Questo è l’unico posto in cui l’umanità può vivere e le generazioni che seguiranno
dovranno poter continuare a beneficiare di una vita in armonia con la natura. Ora,
per quanto riguarda questi negoziati, sono preoccupato per la lentezza con cui procedono.
Ecco perché comprendo quello che ha detto il presidente francese Hollande. Per quanto
riguarda il sostegno finanziario, sono in stretta collaborazione con il presidente
Hollande e con il cancelliere tedesco, la signora Angela Merkel, con il presidente
del Perú, Humala; insieme collaboriamo strettamente con il presidente della Banca
mondiale, con i vertici del Fondo monetario internazionale e anche con il segretario
generale dell’Uis, per presentare un impianto politicamente credibile per reperire
100 miliardi di dollari entro il 2020 e poi fornire ai Paesi in via di sviluppo 100
miliardi di dollari all’anno, in particolare a quei Paesi meno sviluppati e agli Stati
insulari in via di sviluppo. Quei Paesi non sono storicamente responsabili dei fenomeni
climatici e non hanno alcuna possibilità di provvedere a una mitigazione o a un adattamento
di questa situazione. Spero che riusciremo a trovare questi denari e fornire assistenza
finanziaria e tecnologica, in modo da poter trovare un accordo universale a Parigi,
nel prossimo dicembre.
D. – La prossima Assemblea generale adotterà l’Agenda di sviluppo sostenibile post-2015. Quali saranno i punti chiave per affrontare i problemi della povertà e dell’ineguaglianza economica, e per mettere l’economia al servizio della gente, come Papa Francesco ha chiesto nella sua recente visita in Bolivia?
R. – Later this month, leaders of the world will
come to the United Nations and will adopt …
Verso la fine del mese, i leader del mondo verranno
alle Nazioni Unite e adotteranno l’Agenda per lo sviluppo sostenibile che comprende
17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Questi obiettivi rappresentano una visione di
cambiamento lungimirante e ad ampio spettro dei leader mondiali, per rendere questo
mondo migliore per tutti, un mondo nel quale nessuno sarà lasciato indietro, in modo
che tutte le persone che vivono sulla Terra possano farlo con dignità e in armonia
con la natura, con il nostro pianeta Terra. Questo è l’unico luogo nel quale viviamo.
Essa comprende tutti gli ambiti della nostra vita, con lo sradicamento della povertà.
Tutto questo è incentrato sulla persona e rispettoso dell’ambiente. Dobbiamo imparare
a vivere in armonia con il nostro pianeta Terra, con la nostra natura. Questo è l’intendimento
degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Io mi aspetto che tutti gli Stati membri
delle Nazioni Unite riflettano su questi 17 obiettivi e li incorporino nelle loro
politiche nazionali nel campo dell’economia, del sociale e dell’ambiente, e ne facciano
leggi nazionali vincolanti, in modo che nel 2030 potremo vivere in un mondo di prosperità,
benessere, eguaglianza e giustizia. Tutto questo prevede anche buon governo e società
democratiche e pacifiche. Spero sinceramente che sulla base di questi obiettivi di
sviluppo sostenibile, possiamo rendere questo mondo migliore per tutti, un mondo nel
quale nessuno sarà lasciato indietro.
D. – Cosa pensa dell’accordo nucleare con l’Iran?
R. – I warmly welcomed this nuclear deal, done among P5+1 and Iran. …
Ho accolto molto favorevolmente questo accordo nucleare,
siglato tra il P5+1 e l’Iran. Sono consapevole che in merito ci sono preoccupazioni
e critiche. Ma per quanto ne sappia io, in quanto segretario generale delle Nazioni
Unite e fondando anche sulla mia esperienza personale di negoziatore – quando ho trattato
con la Corea del Nord di questioni nucleari – credo che questo sia un accordo molto
migliore, meglio strutturato e molto più rigoroso che potrà trattenere l’Iran dall’acquisire
armi nucleari per il futuro prevedibile. Perciò spero veramente che questo accordo
sia ratificato da tutte le parti coinvolte; le Nazioni Unite sono pronte a garantire
per l’implementazione di questo processo, monitorando e verificando per il tramite
dell’Agenzia atomica internazionale. Anche questo sarà un contributo a portare pace
e sicurezza in Medio Oriente e anche oltre.
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