È la cultura dell’incontro il tema portante della “Settimana per la pace” in corso in Colombia fino a domenica prossima, 13 settembre. Giunta alla 28.ma edizione, l’iniziativa è promossa dalla Conferenza episcopale locale (Cec) con l’obiettivo – si legge sul sito della Cec – di “ricordare gli atteggiamenti e le esperienze che, nella sequela di Gesù, ci permettono di costruire il sacro dono della pace”. Ed è proprio “in questa dinamica – sottolineano i vescovi – che risalta l’importanza dell’incontro: con il Padre, con gli altri, con se stessi, affinché attraverso di esso si possa comprendere il percorso necessario alla costruzione di un mondo migliore e pacifico”.
“Io saluto”, motto dell’iniziativa
Come motto della Settimana è stata scelta la frase “Io saluto” perché – spiegano i
presuli colombiani – “indubbiamente il saluto crea le condizioni necessarie per esprimere
quei sentimenti che permettono l’incontro”. Il saluto, infatti, “è di per sé un gesto
di pace”; tuttavia “con il passare del tempo, esso si è trasformato in un gesto meccanico
ed ha perso il valore dell’incontro con l’altro, con colui che guardiamo negli occhi
per esprimergli il nostro desiderio di pace e bene”.
Guardare all’altro senza pregiudizi
“Il saluto ha una forza profonda – continua la Cec – perché è in grado di placare
le tensioni ed apre alla possibilità di dialogare”, “unisce l’atteggiamento spirituale
alla comunicazione ed alla vicinanza” ed oggi “la Colombia necessita di atteggiamenti,
gesti ed espressioni che rendano possibile l’incontro tra coloro che si vedono reciprocamente
come nemici”. Non solo: i vescovi di Bogotà ricordano che “il saluto permette di scoprire
l’essere umano che c’è in ogni persona al di là dei pregiudizi” e “dell’immagine che
ci siamo costruiti su coloro che riteniamo avversari”.
La pace inizia in famiglia e nelle comunità
“Per abbattere i muri di separazione e costruire una nuova società – è dunque il
monito dei vescovi – bisogna salutare per la pace e nella pace” perché essa si costruisce
“con i gesti quotidiani”, a partire dal saluto che si porge “in ogni famiglia, in
ogni comunità, in tutto il Paese”. (A cura di Isabella Piro)
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