2015-09-06 15:16:00

La gallina nera: la guerra in Nepal approda al Festival di Venezia


Alla Settimana Internazionale della Critica proiettato il primo film nepalese nella storia dellla Mostra del Cinema di Venezia, "La gallina nera" di Min Bahadur Bham, che porta sullo schermo una bellissima storia di amicizia tra due adolescenti durante la sanguinaria guerra civile che stremò quel lontano Paese. E anche dal Portogallo arriva un film sull'adolescenza e le difficoltà del passaggio all'età adulta. Il servizio del nostro inviato a Venezia, Luca Pellegrini:

Le galline appartengono all'immaginario delle fiabe. Famosa è quella che faceva uova d'oro. Quel chiocciare nelle aie è stato il verso che ha maggiormente accompagnato il gioco di schiere di bambini, in tante fette rurali del mondo. Anche inerpicandosi su per le vette del Nepal, in quegli sperduti villaggi aggrappati ad una terra ricca di reminescenze ancestrali, tradizioni religiose e purtroppo depositaria di infauste tragedie, naturali e civili, le galline e i bambini hanno il loro teatro in cui scorazzare. Lo sanno bene Prakash e Kiran, che la diversa appartenenza alle caste divide, ma unisce la spensieratezza dell'adolescenza, la coesione di una ben solida amicizia e una gallina, che prima è bianca e poi sarà nera. Min Bahadur Bham porta a Venezia la sua "Gallina nera" che ci fa ancora una volta riflettere su quanto i bambini siano forti e fragili insieme, capaci di opporsi con bontà e ingenuità eroica alla follia e violenza degli adulti. Mentre la guerra civile dilania il Paese - il film è ambientato nel 2001 - opponendo i rivoluzionari maoisti all'esercito regolare, dunque al Governo e alla Monarchia, la storia della gallina e dei suoi giovani protettori ci fa conoscere una porzione di modo della quale poco sappiamo, e invece dovremmo. Quella guerra fece sparire quasi 14.000 persone, il 12 % bambini, appunto. Ottomila abbandonarono le classi dove insegnanti tentavano di strapparli all'analfabetismo, e furono arruolati a forza nelle file maoiste. E oggi il Nepal, stremato anche dalla natura, vive una situazione sociale difficile e delicatissima, ci ha raccontato il regista, con fazioni religiose e partiti politici in lotta, e gli adolescenti quasi privi di istruzione e assistenza.

All'adolescenza guarda oggi anche il bel film del portoghese João Salaviza, "Montanha", già Palma d'Oro a Cannes e Orso d'Oro a Berlino per due suoi cortometraggi, qui alla sua opera prima. Il passaggio all'età adulta di David è come scalare alte vette, non risparmia dolori e illusioni. Per lui l'età della consapevolezza e delle responsabilità irrompe improvvisa e rapida. Il regista ne coglie gli istanti e le paure, sospendendo il tempo e fissando con mano autorevole i momenti più drammatici e commoventi. Sono le scoperte della Settimana della Critica.








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