2015-09-04 20:19:00

Migranti. Budapest - Vienna a piedi. Ungheria "stato emergenza"


Il Parlamento ungherese alza altri muri. Oggi ha varato leggi speciali e dichiarato lo "stato di emergenza per l'immigrazione di massa". Intanto centinaia di persone hanno deciso di lasciare Budapest a piedi per raggiungere il confine austriaco lungo l’autostrada. Il vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Esztergom-Budapest ribadisce che: "Se non riusciamo ad aiutare i profughi allora abbiamo già perso le nostre radici cristiane". “No” alle quote dal vertice di Praga, mentre l’Europa pensa ad ampliare l’accoglienza, sulla stella linea l’Inghilterra. Massimiliano Menichetti:

Nel cuore dell’Europa che alza muri centinaia di persone, uomini, donne, bambini, stanno marciando verso l’Austria. Una scena che ricorda la Grande Guerra. I migranti per lo più siriani e afgani lasciano l’Ungheria a piedi partiti da  Budapest dopo il blocco dei treni, camminano ina autostrada verso Vienna, che dista circa 150 km scortati dalla polizia. La popolazione porta acqua, cibo, coperte lungo il percorso. Stesso esodo anche nella stazione di Bicske, 50 km più avanti, dove i profughi erano bloccati su un treno e si rifiutavano di entrare in un campo di accoglienza. Un uomo proveniente dal Pakistan sarebbe morto cadendo sui binari. Oggi il Parlamento ungherese ha dichiarato lo “stato d’emergenza” e approvato un pacchetto di leggi speciali estremamente restrittive: fino a 3 anni di carcere per chi attraversa o danneggia la barriera di confine con la Serbia. Il vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Esztergom-Budapest, mons. Janos Szekely, in un'intervista a Tv 2000, in merito alle parole del premier ungherese Viktor Orban sul rischio che l'ondata di migranti possa minare le radici cristiane, ha sottolineato che: "Se non si riesce ad aiutare i profughi allora le radici cristiane sono già perse". E mentre l’Europa va verso l’ampliamento delle quote di accoglienza, dal vertice di Praga, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia, ribadiscono con forza il loro "no" a qualsiasi sistema di redistribuzione per la gestione dei migranti all'interno dell'Ue, definendo le quote  "inaccettabili. Di tutt’alto segno le dichiarazioni del premier britannico Cameron che ricordando la tragica morte di Aylan Kurdi, il bimbo siriano la cui foto che lo ritrae riverso sulla spiaggia di Bodrum in Turchia ha commosso il mondo, ha parlato di “mente e cuore” e assicurato che saranno accolti “migliaia di rifugiati”. Intanto la Marina Militare italiana in queste ore ha salvato nel Mar Mediterraneo 252 persone.








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