Promuovere i diritti di cittadinanza dei cristiani in Medio Oriente e porre fine alle persecuzioni: questo l’appello lanciato oggi da padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, intervenuto ad Atene al meeting interreligioso sul tema “Sostenere i diritti alla cittadinanza e la coesistenza pacifica”. L’incontro è promosso dal patriarcato ecumenico di Costantinopoli e dal Kaiciid, il Centro per il dialogo interreligioso e interculturale Re Abdullah bin Abdulaziz, con il sostegno del ministero degli Affari esteri ellenico. Il servizio di Isabella Piro:
“Siamo qui per sostenere tutti coloro che soffrono a causa dell’attuale situazione in Medio Oriente e per cercare di facilitare la pace e la riconciliazione attraverso il dialogo”: così ha detto padre Ayuso nel suo intervento ad Atene. “Le condizioni critiche dei cristiani in Iraq, Siria ed in altre parti della regione in cui si riscontrano violenze e conflitti politici – ha aggiunto – stanno mettendo in pericolo le comunità cristiane da tempo stabilitesi nella zona” ed ora costrette a spostarsi.
Persecuzione dei cristiani è atroce, disumana e inspiegabile
Di qui, il richiamo del segretario del dicastero vaticano alle numerose occasioni
in cui “Papa Francesco ha voluto dare voce alle atroci, disumane ed inspiegabili persecuzioni
di coloro che, soprattutto fra i cristiani, in tante parti del mondo, sono vittime
di fanatismo ed intolleranza, spesso sotto gli occhi e nel silenzio di tutto il mondo”.
Tutelare le minoranze religiose ed impegnarsi nel dialogo
Sette, dunque, gli obiettivi del meeting ricordati da padre Ayuso: “lo status quo
sulla sicurezza, la cittadinanza, la tutela delle minoranze religiose, la fine di
odii e violenze, il rispetto per tutti, a prescindere dall’identità religiosa, l’impegno
al dialogo ed al supporto dei diritti di cittadinanza dei cristiani in Medio Oriente”.
Per questo, l’esponente vaticano ha esortato tutte le parti in causa “ad agire ed
a contribuire alla promozione della cittadinanza e della vera convivenza per tutti”.
Comunità internazionale non resti muta davanti a tali crimini inaccettabili
Citando, quindi, la lettera inviata il 6 agosto da Papa Francesco a mons. Maroun Lahham,
vescovo ausiliare di Gerusalemme dei Latini e vicario patriarcale per la Giordania,
padre Ayuso ha auspicato che “l’opinione pubblica mondiale possa essere sempre più
attenta, sensibile e partecipe davanti alle persecuzioni condotte nei confronti dei
cristiani e delle minoranze religiose”, ed ha chiesto che “la comunità internazionale
non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce
una preoccupante deriva dei diritti umani più essenziali e impedisce la ricchezza
della convivenza tra i popoli, le culture e le fedi”.
Convivenza pacifica, bene inestimabile per la pace e lo sviluppo
Di qui, l’esortazione conclusiva di padre Ayuso alla
“convivenza pacifica tra le differenti comunità religiose” perché essa, come ha detto
Papa Bergoglio a Tirana nel settembre 2014, “è un bene inestimabile per la pace e
per lo sviluppo armonioso di un popolo, un valore che va custodito e incrementato
ogni giorno, con l’educazione al rispetto delle differenze e delle specifiche identità
aperte al dialogo ed alla collaborazione per il bene di tutti”. Inaugurato ufficialmente il 26 novembre 2012, il Kaiciid è stato fondato da
Arabia Saudita, Spagna ed Austria con la Santa Sede nel ruolo di organismo osservatore
e fondatore. Il Centro si pone l’obiettivo di facilitare, rafforzare ed incoraggiare
il dialogo tra i seguaci delle diverse religioni e culture del mondo, così da migliore
la cooperazione, il rispetto delle diversità, la giustizia e la pace.
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