2015-09-02 16:50:00

Scuola: partite le nuove assunzioni. Critici i sindacati


E’ partita alla mezzanotte e un minuto di oggi la fase B delle assunzioni nella scuola, quando sul sito del ministero è stato comunicato che erano disponibili le assegnazioni riguardanti 16 mila posti e che si poteva accedere al portale. A far discutere in queste ore è in particolare la mobilità prevista per gli insegnanti. Alla conferenza stampa che si è tenuta nel pomeriggio il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha parlato di trasferimenti per circa 7mila, sul totale dei 38.000 assunti finora, precisando che interesseranno soprattutto la Sicilia verso la Lombardia, e la Campania verso Nord e verso il Lazio. Critici i sindacati. Adriana Masotti ha chiesto a Francesco Scrima, segretario CISL Scuola come vede questa giornata:

R. – E’ una giornata che si sta svolgendo in un clima carico di difficoltà per i destini delle singole persone, persone che sono state obbligate a fare una domanda per quanto riguarda i 16 mila cosiddetti posti residui dalle precedenti fasi, persone che aspettavano la mezzanotte dell’1 per conoscere la loro destinazione, una destinazione che per alcuni, per una buona percentuale, si trova a più di 500, qualcuno a più di 1000 km. Immaginiamoci con quale stato d’animo possono aver affrontato una situazione del genere. Nessuno chiede o rivendica il diritto di insegnare sotto casa, assolutamente. Ma quando parliamo di mobilità dobbiamo anche fare una considerazione. Noi sappiamo che ormai tutto è globalizzato, tutto si muove, ma un conto è muoversi a 20, 25 anni, altro conto è muoversi a 50 anni e più con famiglie, figli e genitori. Noi ritenevamo e riteniamo ancora che si potevano utilizzare modalità diverse per attuare il piano di stabilizzazione, cercando di creare meno difficoltà possibili. Il governo non ha voluto ascoltarci.

D.  – Toni diversi vengono utilizzati dal ministero, tutto è molto tranquillo, secondo il Miur e il ministro Giannini ha detto che sarà spostato solo un insegnante su 10, poi dopo tre anni potrà cambiare…

R. – Io non so sulla base di quali elementi il ministro Giannini faccia queste affermazioni. Manca l’ultima fase che è la cosiddetta dell’organico potenziato, i famosi 55 mila posti, e avevamo già evidenziato le contraddizioni che ci sono: chi è in una posizione mediana nella graduatoria di esaurimento è stato costretto ad andare a 1200 km da casa sua e chi è in una posizione con minor punteggio ha la probabilità di restare nella propria provincia. Non mi pare che sia una situazione che possiamo giudicare normale. Questa mancata serenità si riflette o si rifletterà nell’organizzazione della vita della scuola.

D. – Brevemente mi dice qual era la vostra proposta?

R. – Noi del piano dell’assunzione, che della riforma scolastica è stato quello più pubblicizzato, non abbiamo condiviso intanto i posti, poi i tempi, poi le modalità e poi anche i destinatari. Noi avevamo proposto un piano triennale di stabilizzazione del personale che coinvolgesse anche chi nella scuola ci lavora da più di 36 mesi. Nella scuola abbiamo gente che lavora da 5, 6 anni e saranno queste stesse persone a cui verrà affidata la supplenza di nuovo anche in sostituzione del personale che è stato destinato ad essere stabilizzato in quel posto. E questo piano di stabilizzazione non affronta inoltre il profilo del personale ATA, il personale tecnico amministrativo della scuola. Non si capisce perché questa gente debba essere considerata come figli di un dio minore.

D.  – Voi sindacati avete annunciato una mobilitazione contro la riforma, proprio in occasione dell’avvio dell’anno scolastico. Confermate questa volontà?

R. – Noi abbiamo affermato che c’è una continuità nella vertenzialità che abbiamo fatto nei confronti di questa legge. C’è una vertenzialità di tipo giudiziario, perché ci sono alcune norme in questa legge che riteniamo illegittime e inoltre c’è una vertenzialità di tipo sindacale che è coerente con quello che abbiamo esercitato fino ad adesso. I dirigenti scolastici parlano quasi addirittura di sabotaggio della legge; non è nella cultura del sindacato sabotare la legge. Ci sono punti che abbiamo criticato prima della loro approvazione e continuiamo a criticarli ora perché riteniamo che non garantiscono quel valore della partecipazione e della condivisione della nostra scuola.








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