Una Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato: è quella istituita da Papa Francesco lo scorso 6 agosto e che si celebrerà domani per la prima volta. Alle 17, in Basilica Vaticana, il Santo Padre presiederà la Liturgia della Parola. Il servizio di Giada Aquilino:
La Giornata mondiale di preghiera, dimensione ecumenica
Vivere la vocazione di essere “custodi” dell’opera di Dio è “parte essenziale” della
vita di ogni cristiano, chiamato ad una vera e propria “conversione ecologica”. Con
la Lettera di inizio agosto ai cardinali Peter Turkson e Kurt Koch, presidenti – rispettivamente
– dei Pontifici Consigli “Giustizia e pace” e “Unità dei cristiani”, Papa Francesco
ha istituto la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, il primo settembre
di ogni anno, lo stesso giorno in cui viene celebrata anche dalla Chiesa Ortodossa.
Il contesto della "Laudato si'"
Un carattere quindi prettamente ecumenico, sottolineato con il riferimento nella missiva
ai contributi del Patriarca Bartolomeo e del Metropolita Ioannis alla “Laudato si’”.
Ma anche una volontà precisa, quella del Pontefice, che si inserisce nel contesto
dell’ultima Enciclica, ribadendo che la salvaguardia “della nostra casa comune” non
ha soltanto una dimensione legata all’ambiente, bensì include una vera ecologia integrale
per un nuovo paradigma di giustizia, in cui risultano inscindibili dalla preoccupazione
per la natura l’equità verso i poveri, l’impegno nella società, ma pure la gioia e
la pace interiore.
L'urgenza di un'ecologia umana
Temi cari a Francesco, più volte trattati nei suoi interventi, come quando – nell’udienza
generale del 5 giugno 2013 – nota come si stia “vivendo un momento di crisi”:
“Lo vediamo nell’ambiente, ma soprattutto lo vediamo nell’uomo. La persona umana è in pericolo: questo è certo, la persona umana oggi è in pericolo, ecco l’urgenza dell’ecologia umana! E il pericolo è grave perché la causa del problema non è superficiale, ma profonda: non è solo una questione di economia, ma di etica e di antropologia”.
Vita non tutelata
Ciò che domina, osserva il Papa, sono “le dinamiche di un’economia e di una finanza
carenti di etica”, perché a comandare oggi “non è l'uomo”, bensì i soldi. Eppure,
aggiunge, Dio “ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli
uomini e alle donne”, che sono però sacrificati “agli idoli del profitto e del consumo”
dalla “cultura dello scarto”:
“La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora, come il nascituro, o non serve più, come l’anziano”.
Dialogo sul futuro del pianeta
L’invito del Pontefice è allora a prendere “sul serio” l’impegno a “rispettare e custodire
il Creato”, promuovendo “una cultura della solidarietà e dell’incontro”. Concetto
ripreso e ampliato nella “Laudato si’”, con la preoccupazione di “unire tutta la famiglia
umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale”, attraverso un “dialogo
sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta”, con la certezza “che le
cose possono cambiare”: il Creatore – ribadisce Francesco – “non fa mai marcia indietro
nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato”. Proprio in vista “dell’assunzione
di stili di vita coerenti”, il Papa ha dunque indetto la Giornata per la cura del
Creato. All’udienza generale della scorsa settimana ha ricordato che in tutto il mondo
le varie realtà ecclesiali locali hanno programmato iniziative di preghiera e di riflessione,
perché la celebrazione sia un “momento forte”:
“In comunione di preghiera con i nostri fratelli ortodossi e con tutte le persone di buone volontà, vogliamo offrire il nostro contributo al superamento della crisi ecologica che l’umanità sta vivendo”.
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