2015-08-31 13:49:00

Al via ad Assisi il Congresso nazionale dei teologi italiani


Al via da oggi, fino al 4 settembre, il Congresso nazionale dell’Associazione teologica italiana (Ati), in programma ad Assisi, dove centinaia di teologi e teologhe da tutt’Italia si incontrano per riflettere sul tema della salvezza. “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!’ (Lc 3,6). Sulla soteriologia cristiana” è il titolo del congresso: don Roberto Repole, presidente dell’Ati, al microfono di Maria Caterina Bombarda, spiega l’importanza di riaffrontare il tema della salvezza nel contesto culturale e religioso del nostro tempo:

R. – Partiamo da alcune problematiche che riteniamo profondamente attuali nel mondo e nella cultura di oggi, cioè il fatto che uno dei temi centrali del cristianesimo - cioè che Gesù Cristo ci offre la salvezza e che lui stesso è la salvezza dell’umanità - chiede di essere ripensato per diversi motivi; da una parte perché, per esempio, si pensa oggi, in una società secolarizzata, che la finitudine sia l’unico orizzonte esistente e dall’altra parte il fatto che sempre più ci si rende conto che dietro la crisi economica che stiamo vivendo in maniera anche molto forte, c’è una crisi antropologica e tutto questo in qualche modo pone la domanda se ci sia redenzione e possibilità di salvezza per gli uomini.

D. - Da quali esperienze concrete partire per esprimere ciò che comunemente chiamiamo salvezza?

R. - Penso che una delle esperienze concrete da cui partire continui ad essere quella della relazione, della prossimità e anche dell’amore. In fondo noi cogliamo che la nostra vita ha un valore ed è degna di essere vissuta fino al punto di essere addirittura degna dell’eternità, fino a quando siamo amati.

D. - Ma nonostante la secolarizzazione l’uomo nel suo intimo ha ancora sete di Dio. Come poter ravvivare allora questo anelito?

R. - Mi sembra che per certi aspetti la secolarizzazione dà l’impressione di aver annullato il bisogno di salvezza. Ma, per altri aspetti, gli effetti di questo sviluppo tecnico e di una certa mentalità economica rendono ancora più urgente il bisogno di salvezza, soprattutto di molte persone. Forse una delle cose da fare oggi è riprendere a  pensare, non a partire dai primi, ma dagli ultimi.

D. - L’intera mattinata di mercoledì 2 settembre sarà dedicata al dialogo con il segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer. In cosa consisterà?

R. - Questa sarà una giornata interessante per due motivi: il primo è che il padre Ladaria  si è occupato come teologo della questione della salvezza. Allora vorremmo chiedergli una sorta di testimonianza del lavoro teologico svolto, perché può essere significativo per gli oltre cento teologi che saranno presenti al nostro congresso.

D. - Cosa vi aspettate da questo convegno?

R. - Avrei un auspicio molto semplice ma credo molto profondo, cioè che attraverso questo congresso possiamo, come teologi italiani, dare un contributo al cammino della Chiesa italiana e di tutta la Chiesa perché il nostro è un servizio teologico, soprattutto perché se noi riusciamo a ripensare a categorie, modelli, che siano plausibili se pensati, con cui dire che Gesù Cristo è la salvezza dell’umanità per l’uomo di oggi, ritengo che facciamo attraverso il nostro servizio teologico anche un servizio ecclesiale.








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