2015-08-30 10:09:00

In Libano nuova manifestazione del movimento ‘You stink’


"Rivoluzione" è stata la parola più scandita, ieri, in piazza dei Martiri a Beirut, Libano, dalle migliaia di persone che sono tornate a protestare non più solo contro la crisi dei rifiuti, ma anche contro la corruzione e la paralisi del sistema politico su base confessionale. I manifestanti, che hanno risposto all'appello del movimento 'You stink' ('puzzate') per un nuovo raduno dopo quelli dello scorso fine settimana, hanno marciato dalla sede del ministero dell'Interno fino alla grande piazza, nel centro della città, dove sono rimasti per ore sventolando bandiere nazionali e intonando canzoni patriottiche e popolari, tra i quali l'inno nazionale e vecchi motivi delle cantanti Feyruz e Majida al Rumi. Il loro numero, tuttavia, non appariva superiore a quello dei 20-25 mila delle proteste della settimana scorsa, e quindi notevolmente inferiore a quelle "centinaia di migliaia" che alcuni media libanesi avevano pronosticato.

Imponente lo schieramento delle forze dell’ordine
Alla fine della manifestazione, alcune centinaia di dimostranti si sono diretti al palazzo del Gran Serraglio, sede del Primo ministro, distante circa mezzo chilometro, e qui hanno sostato gridando slogan e lanciando petardi e vari oggetti al di là della doppia barriera di filo spinato posto a protezione dell’edificio. Per prevenire incidenti simili a quelli della volta scorsa, in cui secondo le cifre ufficiali erano rimasti feriti 146 poliziotti e 61 dimostranti, l'esercito e la polizia avevano allestito un imponente schieramento di sicurezza intorno alla piazza, ma non all'interno. La manifestazione è stata tuttavia sorvegliata con piccoli droni che hanno continuato a sorvolare la folla, senza provocare reazioni particolari, se non qualche ovazione di giubilo. Anche il movimento 'You Stink' si è organizzato per tenere sotto controllo la situazione, dispiegando 500 volontari incaricati di calmare, eventualmente, gli animi e identificabili per le casacche gialle che indossavano.

La protesta contro il sistema politico del Paese
"Contro il feudalesimo, contro il confessionalismo, contro la corruzione, rivoluzione", è stato lo slogan più scandito dai dimostranti, insieme a quello di "Non vogliamo ladri, ma uno Stato civile", mentre sui cartelli tra la folla se ne leggevano molti altri, tra i quali: "Se non ci lasciate sognare non vi lasceremo dormire". La protesta di 'You stink', nata come movimento trasversale contro l'invasione di immondizie nelle strade dopo la chiusura della discarica di Naameh, si è estesa per prendere di mira l'intero sistema politico libanese, caratterizzato da una divisione delle cariche a ogni livello in base all'appartenenza religiosa e negli ultimi tempi praticamente paralizzato dalla contrapposizione tra lo schieramento a guida sciita, alleato della Siria e dell'Iran, e quello a guida sunnita, vicino all'Arabia Saudita, al punto tale che dal maggio del 2014 il Paese è senza un presidente della Repubblica che dovrebbe essere eletto dal Parlamento. Lo stesso Parlamento, inoltre, che scadeva nel 2013, ha deciso di rimanere in carica per un altro intero mandato di quattro anni senza elezioni. "Vogliamo votare", hanno infatti più volte gridato i manifestanti. Tra le richieste del movimento 'You Stink', ribadite alla fine della manifestazione, vi sono anche le dimissioni del ministro dell'Ambiente, Mohammad al Mashnuq, e una presa di responsabilità del ministro dell'Interno Nuhad al Mashnuq per gli incidenti della scorsa settimana. Se non vi saranno risposte entro 72 ore, il movimento ha fatto sapere che convocherà una nuova manifestazione per martedì.








All the contents on this site are copyrighted ©.