2015-08-29 14:30:00

Migranti: aumentano vittime naufragi, l'Onu annuncia vertice


Si aggrava il bilancio dell’ultimo naufragio di migranti al largo della Libia, mentre dalla comunità internazionale arrivano appelli a coordinare gli sforzi per evitare nuove tragedie e l’Onu annuncia un vertice straordinario a settembre. Il servizio di Davide Maggiore:

È cresciuto ad almeno 111 vittime il bilancio del naufragio avvenuto giovedì di fronte alle coste della Libia e varie decine di persone risultano ancora disperse. Proprio a questa vicenda sembrano legati i tre arresti effettuati dalle autorità locali a Zuwara, la città al largo della quale i due barconi erano naufragati. E mentre continuano le operazioni di soccorso in mare, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, ha esortando gli Stati a “fare molto di più” per i migranti. Quella che stiamo attraversando, ha chiarito Ban, “è una crisi di solidarietà, non di numeri”. Per affrontarla, i leader mondiali si riuniranno al palazzo di vetro il prossimo 30 settembre, in coincidenza con l’apertura dell’Assemblea generale. E un appello all’Europa ad agire “con energia ed efficacia” contro i trafficanti è arrivato anche dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

E nell’assistenza a migranti e profughi arrivati in Italia in questi mesi sono attive anche molte realtà della Chiesa, come le missionarie scalabriniane della comunità di Siracusa. Suor Teresinha Santin è una di loro. Questa è la sua testimonianza:

R. – Noi viviamo tanta sofferenza, vediamo tante tragedie, ma allo stesso tempo abbiamo capito anche la speranza che i migranti portano con sé: quando vediamo il loro sorriso nel momento dello sbarco, quando alzano le braccia al cielo e dicono: “Grazie, perché siamo vivi; perché abbiamo speranza che la vita continui”. Abbiamo visto anche il loro cuore speranzoso, quando ci dicono “Mamma, sono senza dolore, penso che fra poco tempo starò bene, potrò lavorare, completare essere pieno di la mia gioia”. Questo per noi è il segno che loro hanno davvero forte, la speranza di vivere e di costruire un mondo, una famiglia, uno spazio di gioia e di libertà.

D. – In questo senso, cosa possiamo fare noi per far sì che questa gioia non vada perduta?

R. – La cosa più grande, la prima cosa, è stare loro accanto: dare il proprio tempo, dare il proprio sapere e dare la propria gioia. Non fa niente se in questo momento non capiscono la lingua, noi possiamo stare loro vicino e con questo alimentare la speranza, aiutarli anche a pensare che hanno dei diritti e che prima di essere migranti sono esseri umani.

D. – In questo senso, anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha detto: “Questa non è una crisi che riguarda i numeri”. Quindi, bisognerebbe veramente cominciare innanzitutto a non vedere più solo i numeri, ma anche i volti e le storie delle persone…

R. – I numeri sono veramente relativi, perché penso che si debba andare alla radice delle situazioni e aprire le braccia della solidarietà, guardare la vita umana. Per noi una persona, nel senso dell’essere umano, è tutto.

D. – Lei ha accennato alle attività della Chiesa di Siracusa a favore dei migranti…

R. – Questa diocesi è molto attenta, molto accogliente. Molto spesso, durante la celebrazione della Messa, parlano e richiamano l’attenzione alla solidarietà e alla vita. Tante chiese danno da mangiare ai migranti. Parlo di Chiesa, intendendo anche i cittadini, i battezzati, che si mettono seduti in piazza, dove sono i migranti, per stare loro vicino, che li portano in ospedale quando hanno bisogno. Per me, tutto questo è segno visibile dell’amore di Dio attraverso la Chiesa.








All the contents on this site are copyrighted ©.