È stato trovato morto nelle prime ore di questa mattina, nella sua abitazione in Vaticano, l’ex nunzio polacco nella Repubblica Dominicana, Józef Wesołowski, accusato di atti di pedofilia e detenzione di materiale pedopornografico, reati per i quali era rinviato a giudizio presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Sarà l’autopsia a chiarire i motivi della morte di Józef Wesołowski, trovato senza vita davanti alla tv accesa verso le 5 del mattino da un religioso francescano del Collegio dei Penitenzieri, dove l’ex nunzio risiedeva col divieto di uscire dal Vaticano. Alla scoperta del decesso – informa una nota della Sala Stampa della Santa Sede – "è subito intervenuta l’autorità vaticana per i primi accertamenti”, secondo i quali “la morte è dovuta a cause naturali”. L’autopsia, ordinata dal promotore di Giustizia vaticano, “sarà effettuata oggi stesso” e i risultati “comunicati appena possibile”. “Il Santo Padre – conclude la nota – è stato doverosamente informato di tutto”.
Papa Francesco: affrontare caso senza ritardi e necessario rigore
Era stato proprio Papa Francesco a volere espressamente
che la vicenda che aveva visto coinvolto l’ex nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana
fosse affrontata “senza ritardi” e “con il giusto e necessario rigore”, come aveva
ricordato il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, all’indomani
degli arresti domiciliari in Vaticano, imposti a Wesołowski il 23 settembre dello
scorso anno. In precedenza, era già intervenuta la Congregazione per la Dottrina della
Fede, che al termine di un processo amministrativo penale canonico aveva condannato
in prima istanza l’ex nunzio alla dimissione dallo stato clericale.
La vicenda
I fatti erano venuti alla luce nel settembre 2013,
quando le autorità dominicane avevano avviato a carico dell’ex nunzio polacco un’inchiesta
penale per reati di abuso su minore, avvenuti durante i cinque anni di servizio prestati
in qualità di rappresentante della Santa Sede nello Stato caraibico. Oltre a questi
reati, il Tribunale vaticano ne aveva contestati altri analoghi, commessi successivamente
durante il soggiorno a Roma di Wesołowski, dall’agosto 2013 sino al momento del suo
arresto. L’ultimo atto era avvenuto l’11 luglio
scorso, giorno della prima udienza del processo penale a carico dell’ex nunzio, udienza
sospesa e rinviata a data da destinarsi a causa di un improvviso malore che aveva
costretto l’imputato a un ricovero ospedaliero.
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