2015-08-27 13:32:00

Vallini: Roma, città anemica spiritualmente, serve nuova linfa


“C’è bisogno di laici cristiani che nei loro ambienti di vita e di lavoro diventino punti di riferimento e di discussione feconda. Roma oggi è una città anemica spiritualmente e questo dà il via a tutte quelle conseguenze morali negative; perciò c’è bisogno di una nuova linfa vitale che la percorra”. Questo l’appello lanciato da Lourdes dal cardinale vicario Agostino Vallini che in questi giorni guida il tradizionale pellegrinaggio della diocesi nella cittadina pirenaica. Tra i partecipanti, oltre 100 universitari degli atenei della capitale. Il servizio di Marina Tomarro:

Si viene a Lourdes portando nel cuore i pesi, le delusioni ma anche le speranze. Affidiamo alla Vergine la nostra vita e chiediamoLe di aiutarci a capire quali strade dobbiamo intraprendere. E l’acqua ci purifichi dandoci forza e coraggio. Così il cardinale vicario Agostino Vallini ha salutato i giovani che partecipano al pellegrinaggio della diocesi di Roma a Lourdes. Tante sono le emozioni dei ragazzi. Ascoltiamo i loro commenti:

R. – Ho voluto ritagliarmi questo arco di tempo per trovare un po’ di pace interiore perché comunque gli studi sono sempre molto faticosi e Lourdes mi è sembrato il luogo giusto per ritrovare la serenità e la pace e la carica giusta per ritornare poi sui miei passi.

D.  – Tu invece?

R. – Io credo che ciò che mi ha spinto sia stata una chiamata. Una chiamata che arriva in un momento della vita in cui si sente la necessità di voler fare qualcosa per leggere meglio all’interno di se stessi per poter stare meglio con se stessi e con gli altri.

R. – Io mi sono laureato a luglio e sono voluto venire qui a Lourdes per ringraziare la Madonna per avermi aiutato in questo percorso e anche per rivivere, dato che è la seconda volta che vengo qui, il contatto con i malati dal punto di vista umano e professionale, in un certo senso, e quindi riscoprire questi valori.

D.  – Il tema di queste giornate è la gioia della missione. Cosa porterai a casa di quello che stai vivendo?

R. – Sicuramente a livello personale un arricchimento che è dato dal confronto, dalla comunità che comunque si crea con la gente che vive questa esperienza insieme a te, con la quale 24 ore su 24 condividi momenti molti intimi di preghiera. Questa sicuramente è la carta più bella che spero di portarmi a casa.

R. – Porterò a casa la sensazione di aver vissuto a contatto con le persone sofferenti. Cercherò di farne tesoro e di conservare questa sensazione di missione gratuita e quindi di vivere a pieno con questi valori la mia professione futura.

D. – E insieme ai giovani anche diversi cappellani universitari. Don Stefano Sarro, cappellano alle facoltà sanitarie dell’università la Sapienza:

R. – Io penso che un giovane a Lourdes quando viene ha fatto una nuova scoperta, perché normalmente Lourdes potrebbe essere visto come un luogo in cui la fede è vissuta in modo più tradizionale. Quando invece un giovane si lascia incontrare dalla grazia di Dio, senza esserne magari così pienamente consapevole, può sentire un’attrazione verso questo posto perché questo luogo, in cui c’è una sorgente che guarisce e che ci parla di Cielo, è un segno e risveglia in noi questa nostalgia di Cielo e di questo amore che guarisce.








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