2015-08-26 12:27:00

Meeting Rimini: 800 mila visitatori, il bilancio di Emilia Guarnieri


Sono state almeno 800 mila le presenze all'edizione 2015 del Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Incontri, dibattiti, mostre che hanno avuto inizio una settimana fa e che si chiudono oggi. Un evento che ha riproposto l'incontro con quanti sono diversi. L'edizione del prossimo anno sarà dedicata al tema "Tu sei un bene per me" e si svolgerà dal 22 al 28 agosto. Dunque il meeting si conferma un mosaico di avvenimenti dedicato alla ricerca dell'altro, che è stato anche il tema di quest'anno. Alessandro Guarasci ha sentito la presidente della Fondazione per l'Amicizia fra i Popoli, Emilia Guarnieri:

R. – Una trasversalità totale sia di provenienze sia anche di tematiche affrontate. Questo credo che sia nella tradizione del Meeting. E rispetto al tema di quest’anno si è proprio visto che questa mancanza, cioè che questo bisogno di qualcosa che sia oltre, è veramente ciò che tutti gli uomini hanno in comune. Nei diversi approcci e nei diversi percorsi, questo segna comunque il movimento dell’uomo. Altro aspetto, che in questi giorni è venuto ampiamente in evidenza, è proprio questa mancanza che muove gli uomini e che li mette insieme. Li mette insieme all’insegna proprio di un’esigenza che ognuno riscontra in sé della diversità dell’altro.

D . – In ogni edizione del Meeting si parla del ruolo dell’Italia nel Mediterraneo per costruire la pace. Un ruolo ancora troppo marginale?

R. – Marginale soprattutto perché ancora non si è ancora riusciti a far sì che l’Italia sia la parte di un grande popolo europeo che guarda al Mediterraneo come qualcosa, come è stato nella storia, che può essere fonte di ricchezza, fonte di scambi culturali. L’Italia in questo momento è come una sorta di baluardo isolato di fronte ad  un pericolo incombente. Non può essere così. Il Mediterraneo è un luogo di cultura. Abbiamo avuto tanti incontri importanti su questo, tra cui quello dell’altro giorno con il ministro degli Esteri italiano e il ministro tunisino che è stato proprio introdotto all’insegna di questo: il Mediterraneo non può essere solo il luogo della crisi. Però perché questo possa accadere l’Italia non può essere il baluardo isolato.

D. – Quest’anno ospite il premier Renzi, che lo scorso anno non è venuto. Si aspettava qualcosa di più dal suo intervento?

R. – Io credo che il premier Renzi ieri abbia documentato che siamo di fronte ad una responsabilità istituzionale esercitata nel tentativo – e mi pare in questo momento in gran parte anche avviato su un percorso positivo – di tirar fuori l’Italia dalle secche, di tirar fuori l’Italia dalla crisi, di fare le riforme, di guardare a ciò che si muove nella società. Questo mi sembra che ieri sia emerso.

D. – Obiettivi futuri del Meeting?

R. – Continuare proprio in questa storia di apertura, di larghezza, di incontri che aprono ad altri incontri. In questo Meeting sono successi anche fatti nuovi da questo punto di vista: il rapporto che si è instaurato anche da un punto di vista formale con il centro etica e cultura dell’Università Notre Dame americana, un protocollo di intesa e di collaborazione, sia di scambi di studenti sia di scambi di personalità importanti. Questi sono tutti momenti di crescita dal punto di vista dei rapporti. Quello che il Meeting cerca è esattamente questo.








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