“Le manifestazioni di violenza fisica o verbale, da qualunque parte vengano, saranno sempre la strada sbagliata per arrivare ad un vero dialogo, che purtroppo spesso non è desiderato da tutti”. È quanto si legge in un comunicato dei vescovi dell’Ecuador sull’attuale situazione del Paese, dove crescono i toni dello scontro tra i sostenitori e gli oppositori del presidente Rafael Correa, al potere dal 2007. Al centro delle proteste, degenerate in queste settimane in scontri violenti, le riforme costituzionali attualmente al vaglio nel Congresso e che comprendono la possibilità di un nuovo mandato per il capo dello Stato. Ad alimentare le tensioni, nonostante i toni più concilianti assunti dal presidente Correa, contribuiscono i social network, in un contesto segnato da un profondo malcontento sociale che nel decennio precedente la salita al potere dell’attuale governo, ha provocato le dimissioni di ben 7 presidenti.
Riconciliare le diverse posizioni con il
dialogo
Di qui l’accorato appello dei vescovi a un dialogo
che permetta di riconciliare le posizioni discordanti con l’ascolto e il rispetto
reciproco: “Chi dialoga – affermano i presuli nella nota – cerca un accordo ed è disposto
a prendere in considerazione le proposte positive di chi la pensa diversamente per
portare le correzioni necessarie, sempre in funzione degli interessi più alti della
stabilità e della convivenza sociale”.
Dalla visita del Papa un incoraggiamento
La Conferenza episcopale ricorda quindi le parole
di Papa Francesco durante il suo recente viaggio apostolico, a luglio, per incoraggiare
gli ecuadoregni a ritrovare nel Vangelo le chiavi per affrontare le sfide attuali,
“valorizzando le differenze, promuovendo il dialogo e la partecipazione senza esclusioni
in modo che gli obbiettivi di progresso e di sviluppo raggiunti finora si consolidino
e garantiscano un futuro migliore” . I vescovi sottolineano in proposito che è questo
l’impegno della Chiesa, al servizio di un popolo che si è “risollevato con dignità”
.
Attenzione al vulcano che si risveglia
Nel comunicato i vescovi ecuadoregni parlano anche
del minaccioso risveglio del vulcano Cotopaxi, vicino alla capitale Quito, che negli
ultimi giorni ha ripreso ad eruttare cenere e lapilli, dopo 138 anni. I vescovi hanno
esortato i cittadini a seguire le raccomandazioni suggerite dalle autorità competenti
nel caso di un’eventuale emergenza per minimizzare i rischi e salvaguardare, soprattutto,
l’incolumità delle persone aiutandole con spirito di solidarietà. (A.T.)
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