2015-08-23 14:13:00

Macedonia riapre confine. Msf: situazione critica


Migliaia di migranti hanno attraversato il confine tra Macedonia e Grecia, diretti verso l'Ungheria e la Germania, dopo che le autorità di Skopje hanno rimosso il blocco alla frontiera. Intanto, nel Mediterraneo è salito a oltre 4.000 il numero delle persone soccorse ieri. Il servizio di Elvira Ragosta:

Dopo gli incidenti e le tensioni di ieri al confine tra Grecia e Macedonia, la rimozione del blocco di frontiera ha consentito, dalla tarda serata di ieri, il passaggio in Macedonia degli oltre tremila migranti, per lo più siriani e afghani, ammassati da giorni nelle campagne tra i due Paesi. Dalla cittadina macedone di Gevgelija, i migranti sono giunti con autobus e treni in Serbia, dove sono stati rifocillati e dove la Polizia consente loro di salire su altri pullman diretti in Ungheria, che con la Germania è la tappa sognata dai profughi che scappano dai Paesi in guerra per ricostruirsi una nuova vita in Europa. Ma l’esodo verso la Macedonia dalle campagne greche non si ferma. Elisa Gallo, capo progetto di Medici senza frontiere per le attività in Grecia, racconta l’assistenza offerta dalla Ong nella zona:

R. – Le ultime notizie della mattinata sono che le persone sono riuscite a passare, ci sono veramente pochi rifugiati in questo momento al confine e le organizzazioni stanno dando assistenza quindi il confine è aperto.

D.  – Che tipo di assistenza avete dato negli ultimi giorni, soprattutto nella giornata di ieri, nella nottata?

R.  – Il team, che fa base al confine da marzo, in questi due giorni ha assistito veramente a un numero senza precedenti di persone che sono state bloccate nell’area. Il team medico ha dovuto soccorrere diverse persone che si sono sentite male per il caldo, la mancanza di cibo. E abbiamo avuto alcuni interventi di emergenza anche per portare queste persone all’ospedale: donne incinte, bambini molto piccoli, anche un neonato di poche settimane è stato trasportato all’ospedale, anche anziani e persone disabili sono bloccate in questa situazione caotica. La pioggia non ha ovviamente aiutato la situazione. Abbiamo provveduto anche a distribuire materiale di emergenza, cibo, kit di igiene. Nell’area abbiamo installato bagni e punti d’acqua da qualche mese, per assicurare questi servizi alle persone in transito verso il nord. Ci sono state anche di violenza da parte della polizia di confine, per cui feriti dovuti a questo e almeno otto persone sono state curate dal nostro team per conseguenze di violenza della polizia.

D. – Dopo il cambio di strategia da parte delle autorità macedoni, e quindi l’apertura delle frontiera, la maggior parte dei migranti è giunta in Serbia e sta giungendo ancora in queste ore in Serbia. Voi che siete lì presenti avuto modo di vedere come è organizzato il transito?

R . – Al passaggio in Macedonia, questo flusso enorme di persone poi sono in difficoltà nella cittadina al di là del confine, Gevgelija, dove si prende un treno per attraversare la Macedonia e arrivare al confine con la Serbia, per cui la coda che si accumula in questo momento a Gevgelija può essere un’altra situazione poco facile da gestire in questo momento. La chiusura del confine di questi ultimi due giorni da parte delle autorità macedoni è diretta conseguenza della chiusura al nord. Sappiamo che l’Ungheria sta ultimando il muro per chiudere il passggio e la Serbia reagisce anche rafforzando il controllo sul confine con la Macedonia e quindi vediamo una delle conseguenze al confine con la Grecia. C’è tutta una catena di rafforzamento del confine.

D.  – Per quanto riguarda i numeri, le presenze, ora che il confine tra Grecia e macedonia e di nuovo accessibile, avete potuto riscontrare un aumento di presenze, cioè il fatto che la frontiera sia aperta determina un contesto di arrivo di persone dalla Grecia?

R. – Diciamo che questo è anche dovuto al fatto che nella stagione estiva, nel mese di agosto in particolare, tantissimi migranti arrivano ai punti di ingresso, quindi nel Dodecaneso, nelle isole del nord Egeo, e la maggior parte non vuole rimanere in Grecia per la situazione di crisi finanziaria che c’è e per il ridotto sistema di asilo politico che il Paese può garantire in una situazione critica come quella di adesso. Per cui, le persone che arrivano al confine con la Macedonia, l’aumento di questi arrivi, è dovuto all’aumento degli arrivi in generale in Grecia durante la stagione estiva.

Massiccio anche l’esodo di migranti salvati ieri nelle acque del Canale di Sicilia. Almeno 4.400 le persone soccorse a bordo di una ventina di imbarcazioni fatiscenti partite dalla Libia. Navi e motovedette italiane ed europee hanno tratto in salvo le migliaia di migranti.








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