2015-08-20 13:51:00

Turchia: nuovi attacchi ai curdi. Il primo novembre elezioni


Continuano gli attacchi aerei della Turchia contro i campi del Pkk curdo al confine turco-iracheno. Secondo fonti locali, si tratta di una reazione all'attentato, attribuito all’estremismo curdo, che ieri ha ucciso 8 militari di Ankara nella provincia sudorientale di Siirt. Intanto, sul fronte politico sembra ormai certa la decisione di svolgere elezioni anticipate il 1° novembre prossimo, dopo i fallimenti del partito Akp del Presidente Erdogan nella formazione di un governo di unità nazionale. Ma, a proposito della difficile situazione con i curdi, nonostante vi sia una tregua in corso, Giancarlo La Vella ha intervistato Bruna Soravìa, studiosa della realtà islamica:

R. – Ritengo che la questione curda sia  sempre stata al primo posto nell’agenda del partito al potere di Erdogan. La tregua stabilita nel 2013 in realtà è sempre stata fragile e, sicuramente, la guerra in Siria ha dato il colpo finale a questa tregua molto precaria, al punto che oggi è molto difficile distinguere effettivamente cosa stia succedendo, tanto che si è detto che la Turchia in questo momento ha due obiettivi, quello di combattere contemporaneamente il sedicente Stato Islamico e il Pkk.

D.  – Non era questo, invece, un momento in cui si sarebbe potuto instaurare un dialogo con i curdi in funzione anti Stato Islamico?

R. – L’attuale governo turco ha rapporti ancora ottimi con i curdi iracheni, che sono abbastanza lontani da non minacciare i confini del Paese. Invece ha rapporti che peggiorano gradualmente con i curdi man mano che ci si avvicina ai confini dello Stato. Per cui il governo turco ha sempre avuto molta ostilità verso la provincia curda di Siria e, ovviamente, contro i curdi di casa propria.

D.  – Ankara in questo momento ha a che fare con un problema politico interno: si parla di elezioni anticipate per il 1° novembre prossimo a causa dell’impossibilità nel costituire un governo di unità nazionale…

R. – Certo, il partito di Erdogan ha vinto le elezioni di giugno con una percentuale enorme, ma che non è bastata a formare un governo in cui l’Akp avesse la maggioranza assoluta, quindi anche la maggioranza per decidere di questioni importanti come quelle strategiche. Quelli che sono falliti sono i colloqui con gli altri partiti e questo perché una delle formazioni principali dell’opposizione è il Partito curdo democratico, che Erdogan accusa di fiancheggiare di fatto il Pkk.

D. – Una Turchia con questi problemi, secondo lei, è più vicina o più lontana dall’Europa?

R. – In questo momento la Turchia è lontanissima, ma anche per colpa dell’Europa. Sarebbe stato probabilmente più lungimirante mantenerla nell’orbita europea anni fa. Questo non è stato fatto e la Turchia oggi ha preso un corso che ancora non sappiamo dove la porterà. Sicuramente Ankara è molto più interessata a essere oggi un attore nel Medio Oriente e nell’area arabo-iraniana che non a Occidente.








All the contents on this site are copyrighted ©.