2015-08-20 08:00:00

Sri Lanka. Chiusa l'era Rajapaksa, pronto il nuovo premier


“Quelle del 17 agosto sono state elezioni trasparenti e libere, ora dobbiamo lavorare insieme per portare il Paese in una nuova epoca, creando più opportunità per tutti”. Sono queste le parole del neo-premier dello Sri Lanka, Ranil Wickremasinghe, che si insedia oggi. La sua formazione, il Partito nazionale unito, ha ottenuto il 45% dei consensi, staccando di tre punti l’Alleanza per la Libertà e l’Unità del Popolo di Mahinda Rajapaksa, già presidente negli anni più bui della guerra civile, sconfitto nelle elezioni presidenziali del gennaio 2015. Per formare un governo sarà però necessario allearsi con partiti minoritari. Giacomo Zandonini ha raccolto la testimonianza del salesiano, padre Gabriele Garniga, da trent’anni nello Sri Lanka:

R. – Le elezioni sono state fatte lunedì e certamente la gente si aspettava che l’Unp vincesse, però non ha vinto con una grande maggioranza e dovrà ricorrere ad aiuti dall’esterno, da altri partiti, per poter fare un governo stabile, che prenda in mano lo sviluppo, e anche per fare giustizia per tutti gli abusi fatti durante il regime precedente. Per fortuna, in queste elezioni ci sono state meno tragedie durante la campagna elettorale e anche meno spese, perché hanno limitato la possibilità di tabelloni e hanno anche limitato il numero di persone che si potevano raggruppare per fare propaganda elettorale, al massimo 25.

D. – Possiamo dire che lo Sri Lanka si sia lasciato alle spalle gli anni durissimi della guerra civile o ancora i diritti umani sono un problema per questo piccolo Paese asiatico?

R.  – La situazione dei diritti umani è che, per poche rupie, persone che avevano fatto opposizione al presidente di prima sparivano. Già con questi 100 giorni del governo precedente queste e molte altre cose sono state, se non chiarite, almeno portate in evidenza e speriamo che la giustizia faccia il suo corso. Ci sono casi anche di giornalisti che sono spariti dalla circolazione e da anni non se ne sa niente. Il governo non ha mai voluto fare chiarezza. Adesso il governo che sarà formato cercherà di fare giustizia anche degli abusi effettuati alla fine della guerra. Alla fine della guerra, ci sono state proprio situazioni orrende... Il governo precedente non ha mai permesso alle Nazioni Unite di venire a verificare, hanno eliminato tutti i segni di quello che era capitato. Però, la gente ancora adesso soffre per quello che è successo.

D. – Rajapaksa era stato sconfitto alle elezioni presidenziali dello scorso 8 gennaio. Cosa è successo da quell’epoca, cosa ha fatto questo governo dei cosiddetti 100 giorni che è stato nominato a livello temporaneo?

R.  – Rajapaksa voleva estendere il suo mandato anche al terzo e questo è contro la Costituzione, perciò ha anticipato le elezioni convinto di poter vincere. Invece, il ministro della Salute che era proprio nel suo gabinetto è stata la persona che ha attratto i voti dei partiti e della gente per un cambio.

D. – Lo Sri Lanka è un partito multietnico, multireligioso, come moltissime comunità: è possibile una vera convivenza e quanto la politica può fare per ottenere una convivenza fra queste comunità?

R. – La Costituzione attuale è basata ancora sulla religione. Per esempio, il presidente deve essere buddista, il primo ministro preferibilmente buddista, anche se il partito proprio dei monaci non ha più nessun seggio in parlamento però ci sono ancora tensioni in parecchie parti dello Sri Lanka, perché le chiese sono state distrutte, i musulmani e i buddisti sono un poo' "a frizione"... Perciò non è che ci sia l’armonia che c’era 30 anni fa. Speriamo che adesso il nuovo governo dia più libertà e cerchi di risolvere il problema del gruppo Tamil. Se questo problema non viene sciolto politicamente, ci saranno anche altri problemi, se non di guerra aperta, almeno di grandi ostilità.

D.  – Il tema dello sviluppo economico è centrale. C’è veramente una possibilità che questo nuovo governo sblocchi qualcosa per il Paese?

R.  – Il governo precedente si era affidato quasi esclusivamente alla Cina, perciò la Cina faceva alto e basso come voleva anche contro le direttive delle istituzioni finanziarie internazionali. Adesso, il governo nuovo ha riagganciato con l’Europa e cerca di portare avanti il discorso anche con l’America. Infatti, per la prima volta dopo dieci anni la comunità europea è stata invitata per controllare le elezioni. La Wolkswagen ha già investito in macchine qui nello Sri Lanka e attratti da questo nuovo clima può darsi che anche altri vengano per sfruttare la possibilità della riduzione dei costi per quanto riguarda la manodopera.








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