2015-08-18 13:53:00

Scuola. Uciim: non ci saranno tutte le assunzioni annunciate


Sono 7 mila le cattedre contese da oltre 71 mila aspiranti docenti che hanno fatto domanda di partecipare al piano straordinario di assunzioni previsto dal governo. A preoccupare i candidati è il timore di essere costretti a migrare, ovvero essere trasferiti in regioni lontane dalla propria famiglia. Chi rifiuta il posto sarà infatti cancellato dalla graduatoria. Il governo rassicura: la lontananza da casa potrebbe durare al massimo un paio d’anni. Tuttavia, secondo Rosalba Candela, presidente nazionale dell’Uciim, l’Unione Cattolica Insegnanti, il paventato esodo non è la vera emergenza. Paolo Ondarza l’ha intervistata:

R. – Non bisogna fare promesse, dire: “Dura un paio d’anni e poi si rientra”, perché questo potrebbe non verificarsi. Non dobbiamo andare a creare delle illusioni che poi non si possono verificare o speranze che poi non si realizzano. Per noi dell’Uciim, la questione più grave è che non verranno assunti tutti quelli che la legge aveva preannunciato. Questi posti dovranno comparire, come per magia, nei piani per l’offerta formativa. Questi piani saranno predisposti entro i primi di ottobre. Sarà una corsa contro il tempo, quella che si sta facendo. Io credo che ci sarà un po’ di confusione all’inizio dell’anno scolastico.

D. – Particolarmente coinvolti dal rischio di dover migrare sono gli insegnanti del Sud, vista la maggiore disponibilità di posti al nord. Perché questa possibilità di doversi spostare spaventa tanto?

R. – Io non vedo questo come uno spauracchio. Io invece punterei l’attenzione sull’averla la cattedra: ma magari! Non credo che gli insegnanti abbiano tutto questo timore. Che poi si vada a fare la gavetta per qualche anno – saranno due, saranno tre – si fa e poi si rientra, come in tanti abbiamo fatto.

D. – Forse bisognerebbe fare qualche distinguo tra il giovane aspirante docente e invece la persona che è già radicata, magari con figli, che si trova costretta, per due anni, ad allontanarsi dalla famiglia…

R. – Sì, è vero: questo è più duro e più difficile. Però, dove sono questi posti noi ancora non lo sappiamo! Questo è un allarmismo che si è creato prima. Incominciamo a vedere dove sono questi posti e quanti dovranno migrare e chi dovrà migrare. Bisogna vedere dove sono questi posti.








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