2015-08-17 12:57:00

Azzardo, il parlamento chiamato a una legge contro le ludopatie


Settembre potrebbe essere un mese cruciale per riproporre una legge organica sul gioco d’azzardo. Il governo ha infatti lasciato scadere la delega e ora l’iniziativa passa al parlamento. L’obiettivo è mettere un argine alle ludopatie, da anni in crescita in Italia. Il servizio di Alessandro Guarasci:

Sono almeno due milioni gli italiani affetti da gioco d’azzardo patologico. E coloro che si rivolge al sistema sanitario perché affetti da ludopatia costano in media un milione e 800 mila euro l’anno. E poi ci sono i danni provocati spesso dalla perdita del lavoro, dal fatto che per giocare ci si indebita, dalle inevitabili tensioni familiari. Il governo ha fatto scadere la delega che, tra l’altro, aveva l’obiettivo di ridurre le slot di almeno 80 mila unità e di affidare ai Comuni la decisione se aprire nuove sale per l’azzardo. Il movimento "no slot" chiede che ora il parlamento agisca. Il presidente, Riccardo Bonacina:

“Da una parte, c’è un disegno di legge che è già stato approvato in commissione Affari Sociali e che - ci si aspetta - faccia un ulteriore passo. C’era un tema di coperture… Però è un disegno di legge organico su tutta la vicenda giochi. Dall’altra parte, è stata presentata, a fine luglio, una proposta di legge firmata da 230-240 parlamentari che riguarda il divieto assoluto di pubblicità diretta e indiretta e ci sono buone probabilità che venga calendarizzata nei lavori della Camera”.

In realtà, sono molti i progetti di legge ora in parlamento. Un po’ tutti prevedono un aumento delle tassazione e forti limitazioni all’apertura di sale. Il no alla pubblicità dell’azzardo, almeno in tv, è però un passaggio fondamentale. Ancora Bonacina:

“Vietare la pubblicità del gioco con vincite in denaro. Questo parlamento - e lo dimostrano anche le 240 firme raccolte da chi ha presentato la proposta di legge - è un parlamento meno prono alle lobby dell’azzardo” 

Fondamentale sarà il ruolo dei Comuni. Don Armando Zappolini, portavoce della Campagna Mettiamoci in Gioco:

“E’ una cosa assurda che un Comune possa decidere se aprire o meno un centro commerciale e non abbia nessuna voce in capitolo se aprire o meno una sala giochi. Visto che sono proprio loro a farsi carico attraverso le Asl e i servizi sociali dei problemi, è bene che si facciano carico anche delle decisioni a monte”.








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