2015-08-16 12:13:00

Il Papa all’Angelus: l’Eucaristia è Gesù stesso che si dona interamente a noi


“Vivere in comunione concreta, reale con Gesù su questa terra ci fa già passare dalla morte alla vita”. E’ quanto ha affermato Papa Francesco all’Angelus, in piazza San Pietro, riferendosi alla liturgia odierna che presenta il Vangelo in cui Gesù ribadisce di essere il pane vivo disceso dal cielo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il discorso di Gesù sul Pane della vita, al centro del Vangelo di oggi, può portare a porsi delle domande. Cosa significa – chiede Papa Francesco - mangiare la carne e bere il sangue di Gesù? E’ solo un immagine, un simbolo o indica qualcosa di reale? Nell’Ultima Cena il pane e il vino – spiega il Santo Padre - diventano realmente il suo Corpo e il suo Sangue:

“E’ l’Eucaristia, che Gesù ci lascia con uno scopo preciso: che noi possiamo diventare una sola cosa con Lui. Infatti dice: ‘Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui’ (v. 56). Quel rimanere: Gesù in noi e noi in Gesù. La comunione è proprio una assimilazione: mangiando Lui, diventiamo come Lui. Ma questo richiede il nostro ‘sì’, la nostra adesione alla fede”.

A volte riguardo alla Santa Messa – osserva il Papa – capita di sentire questa obiezione:

“Ma a cosa serve la Messa? Io vado in chiesa quando me la sento, o prego meglio in solitudine”. Ma l’Eucaristia non è una preghiera privata o una bella esperienza spirituale”.

Non è – aggiuge il Santo Padre - “una semplice commemorazione di ciò che Gesù ha fatto nell’Ultima Cena”:

“Noi diciamo, per capire bene, che l’Eucaristia è ‘memoriale’, ossia un gesto che attualizza e rende presente l’evento della morte e risurrezione di Gesù: il pane è realmente il suo Corpo donato per noi, il vino è realmente il suo Sangue versato per noi. L’Eucaristia è Gesù stesso che si dona interamente a noi”.

Se vissuta con fede, la comunione eucaristica – afferma il Pontefice - trasforma la nostra vita “in un dono a Dio e ai fratelli”:

“Nutrirci di quel ‘Pane ’ significa entrare in sintonia con il cuore di Cristo, assimilare le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. Significa entrare in un dinamismo di amore e diventare persone di pace, persone di perdono, di riconciliazione, di condivisione solidale”.

Dopo l’Angelus, il Papa  ha rivolto un saluto speciale ai giovani del Movimento Giovanile Salesiano, radunati a Torino per celebrare il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. Li ha incoraggiati “a vivere nel quotidiano la gioia del Vangelo, per generare speranza nel mondo”.








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