2015-08-13 14:20:00

Immigrazione: iniziati i trasferimenti di profughi da Kos


Non si arresta il flusso di migranti che dalle coste turche raggiungono le isole greche del Dodecaneso. Particolare emergenza si registra ancora nell’isola di Kos, dove anche stamane sono avvenuti nuovi sbarchi. Ma dopo le tensioni dei giorni scorsi, sono state velocizzate le operazioni di rilascio dei permessi e sono iniziati i trasferimenti dei migranti verso strutture di accoglienza ad Atene Il servizio di Marco Guerra:

Il bilancio odierno vede lo sbarco di 200 persone, perlopiù curdi siriani provenienti dalla città di Kobane arrivati a bordo di sei gommoni. Un altro gruppo è stato soccorso in mare da una lancia della Guardia costiera. Intanto, sull’isola di Kos i funzionari di polizia addetti al rilascio dei permessi hanno lavorato a pieno ritmo per evitare le tensioni dei giorni scorsi, quando oltre 7.000 migranti, in attesa di essere registrati, sono stati ammassati in condizioni igieniche precarie nello stadio di Kos Town. Mentre circa 1.100 richiedenti asilo sono già stati trasferiti ad Atene e per far fronte all’emergenza arriverà domani la nave greca "Eleftherios Venizelos", in grado di accogliere a bordo 2.500 persone. Ma per una testimonianza della situazione sull’isola greca abbiamo raggiunto telefonicamente Paolo Corsi, turista italiano a Kos:

R. – La situazione a Kos Town non è facile, perché la presenza di migranti soprattutto nella zona del porto è forte. Tutti i parchi pubblici, tutte le zone verdi, ma anche tutto il lungomare attorno al castello sono completamente ricoperti da persone che bivaccano, che dormono… Sono centinaia. Superati i 50 metri, dove cominciano le strade del turismo, dove ci sono i piccoli negozi per lo shopping, non c’è alcuna presenza di migranti. Insomma, chi è lì per divertirsi vede gente che soffre. Non dico che li hanno ghettizzati ma li hanno rinchiusi in una zona, anche se ampia. Questo porta malumori perché anche in zone centrali i pochi turisti che passano sono – come è successo a noi – in difficoltà nell’assistere al dolore degli altri.

D. – Secondo i dati dell'Unhcr, nei primi sette mesi di quest'anno sono sbarcati in Grecia 124 mila immigrati. Solo nel luglio scorso se ne sono registrati 50 mila, più di quelli arrivati in territorio ellenico nel corso di tutto il 2014. Un’escalation percepibile in tutta la sua drammaticità nell’isola di Kos:

R. – Penso che le isole qui intorno, ma Kos in primis, non si aspettavano un flusso così grande. So che nella zona dello stadio avevano organizzato un centro di accoglienza, ma non è sufficiente per contenere il grandissimo flusso di migranti che arriva. Al porto c’erano due grandi navi militari: una della Guardia di finanza italiana e un’altra nave militare greca e intorno una trentina di gommoni. Dire gommoni è un’esagerazion:; dell’imbarcazione restavano solo i due tubolari e il telo centrale, il minimo indispensabile per fare una breve traversata.

D. – C’è qualche scena che ti è rimasta impressa, qualcosa che ti ha colpito che può scuotere un turista che si reca a Kos?

R. – Tanti bambini. Da quello che ho potuto vedere, almeno la metà sono bambini che non raggiungono i 10 anni e questo sicuramente colpisce perché anche se si fa la percentuale tra genitori e bambini si capisce che molti di quei bambini probabilmente sono qui senza i genitori. Le donne sono completamente velate, quindi direi che provengono dal Medio Oriente anche per caratteristiche somatiche.

D. – Immagino tu abbia visto volti provati, uomini, donne famiglie… Questa è l’umanità che compone questo flusso…

R. – Sicuramente sì. Famiglie provate, ma la cosa che più colpisce sono i bambini che indossano al massimo uno slip nella zona del porto che cercano di buttarsi nelle acque per trovare un po’ di refrigerio. Ci sono gruppi di perone molto stanchi e in difficoltà.

D. – Sappiamo che ci sono stati momenti di tensione. Tu hai potuto vedere se ci sono servizi a loro disposizione, se sono aiutati, se c’era un soccorso a loro disposizione?

R. – Qui a Kos Town sembrano abbandonati a loro stessi. Non so se il piccolo Comune ha la possibilità di poter accogliere una grande percentuale di migranti, perché poi il problema è sempre quello: 10 mila persone a Roma sono una piccola percentuale, 10 mila persone a Kos sono più della popolazione locale. Non ho visto stazioni di servizio, né di Croce rossa o altre organizzazioni umanitarie per gestire l’emergenza.

D. – Non ci sono quindi contatti con la popolazione locale. Come sta vivendo?

R. – Bisogna considerare che nel panorama della difficoltà della Grecia le isole non hanno risentito della crisi quasi per niente. Quindi, la popolazione che lavora nel turismo locale si trova in difficoltà. Queste piccole isole vivono solamente di turismo, non hanno altri sbocchi. Quindi, per la gente del posto è un momento di difficoltà. Tuttavia, da ciò che ho visto non mi è sembrato di veder risentimento eccessivo verso i migranti nella popolazione greca.








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