Papa Francesco ha iniziato oggi all’udienza generale, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, un percorso di riflessione su tre dimensioni che scandiscono il ritmo della vita famigliare: la festa, il lavoro, la preghiera. La catechesi odierna è stata dedicata alla festa.
La festa è un'invenzione di Dio
“Diciamo subito – ha esordito il Papa - che la festa
è un’invenzione di Dio. Ricordiamo la conclusione del racconto della creazione, nel
Libro della Genesi che abbiamo ascoltato: «Dio, nel settimo giorno, portò a compimento
il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva
fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato
da ogni lavoro che egli aveva fatto creando» (2,2-3). Dio stesso ci insegna l’importanza
di dedicare un tempo a contemplare e a godere di ciò che nel lavoro è stato ben fatto.
Parlo di lavoro, naturalmente, non solo nel senso del mestiere e della professione,
ma nel senso più ampio: ogni azione con cui noi uomini e donne possiamo collaborare
all’opera creatrice di Dio”.
La festa non è pigrizia o sciocca evasione
“Dunque la festa – ha proseguito - non è la pigrizia
di starsene in poltrona, o l’ebbrezza di una sciocca evasione … No, La festa è anzitutto
uno sguardo amorevole e grato sul lavoro ben fatto; festeggiamo un lavoro. Anche voi,
novelli sposi, state festeggiando il lavoro di un bel tempo di fidanzamento: e questo
è bello! E’ il tempo per guardare i figli, o i nipoti, che stanno crescendo, e pensare:
che bello! E’ il tempo per guardare la nostra casa, gli amici che ospitiamo, la comunità
che ci circonda, e pensare: che cosa buona! Dio ha fatto così quando ha creato il
mondo. E continuamente fa così, perché Dio crea sempre, anche in questo momento!”.
Gustare il senso buono della vita
“Può capitare che una festa arrivi in circostanze
difficili o dolorose, e si celebra magari ‘con il groppo in gola’. Eppure, anche in
questi casi, chiediamo a Dio la forza di non svuotarla completamente. Voi mamme e
papà sapete bene questo: quante volte, per amore dei figli, siete capaci di mandare
giù i dispiaceri per lasciare che loro vivano bene la festa, gustino il senso buono
della vita! C’è tanto amore in questo!”.
Infiltrare sprazzi di festa nell'ambiente di lavoro
“Anche nell’ambiente di lavoro, a volte – senza venire
meno ai doveri! – noi sappiamo “infiltrare” qualche sprazzo di festa: un compleanno,
un matrimonio, una nuova nascita, come anche un congedo o un nuovo arrivo…, è importante.
È importante fare festa. Sono momenti di famigliarità nell’ingranaggio della macchina
produttiva: ci fa bene!”.
Ossessione profitto vuol mangiarsi la festa e schiavizzare le persone
“Ma il vero tempo della festa sospende il lavoro professionale,
ed è sacro, perché ricorda all’uomo e alla donna che sono fatti ad immagine di Dio,
il quale non è schiavo del lavoro, ma Signore, e dunque anche noi non dobbiamo mai
essere schiavi del lavoro, ma “signori”. C’è un comandamento per questo, un comandamento
che riguarda tutti, nessuno escluso! E invece sappiamo che ci sono milioni di uomini
e donne e addirittura bambini schiavi del lavoro! In questo tempo ci sono schiavi,
eh! Sono sfruttati, schiavi del lavoro e questo è contro Dio e contro la dignità della
persona umana! L’ossessione del profitto economico e l’efficientismo della tecnica
mettono a rischio i ritmi umani della vita, perché la vita ha i suoi ritmi umani.
Il tempo del riposo, soprattutto quello domenicale, è destinato a noi perché possiamo
godere di ciò che non si produce e non si consuma, non si compra e non si vende. E
invece vediamo che l’ideologia del profitto e del consumo vuole mangiarsi anche la
festa: anch’essa a volte viene ridotta a un “affare”, a un modo per fare soldi e per
spenderli. Ma è per questo che lavoriamo? L’ingordigia del consumare, che comporta
lo spreco, è un brutto virus che, tra l’altro, ci fa ritrovare alla fine più stanchi
di prima. Nuoce al lavoro vero, e consuma la vita. I ritmi sregolati della festa fanno
vittime, spesso giovani”.
Dio abita in modo speciale il tempo della festa
“Infine, il tempo della festa è sacro perché Dio lo
abita in un modo speciale. L’Eucaristia domenicale porta alla festa tutta la grazia
di Gesù Cristo: la sua presenza, il suo amore, il suo sacrificio, il suo farci comunità,
il suo stare con noi… E così ogni realtà riceve il suo senso pieno: il lavoro, la
famiglia, le gioie e le fatiche di ogni giorno, anche la sofferenza e la morte; tutto
viene trasfigurato dalla grazia di Cristo”.
Le feste in famiglia sono bellissime!
“La famiglia è dotata di una competenza straordinaria
per capire, indirizzare e sostenere l’autentico valore del tempo della festa. Ma che
belle sono le feste in famiglia, sono bellissime! E in particolare della domenica.
Non è certo un caso se le feste in cui c'è posto per tutta la famiglia sono quelle
che riescono meglio!“.
La festa è un prezioso regalo di Dio: non roviniamolo!
Il Papa ha così concluso la catechesi in italiano:
“La stessa vita famigliare, guardata con gli occhi della fede, ci appare migliore
delle fatiche che ci costa. Ci appare come un capolavoro di semplicità, bello proprio
perché non artificiale, non finto, ma capace di incorporare in sé tutti gli aspetti
della vita vera. Ci appare come una cosa “molto buona”, come Dio disse al termine
della creazione dell’uomo e della donna (cfr Gen 1,31). Dunque, la festa è un prezioso regalo di Dio; un
prezioso regalo che Dio ha fatto alla famiglia umana: non roviniamolo! Grazie”.
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