2015-08-12 14:40:00

Immigrati. Dramma davanti alla Libia, a Kos ancora tensione


Ancora una tragedia dell’immigrazione. Ieri, un barcone con 100 persone a bordo è naufragato vicino alle coste della Libia. Circa 50 sono stati salvati dall’intervento della Marina Militare italiana, intanto sull’isola greca di Kos, meta di un altro flusso di migranti, proseguono le tensioni. Massimiliano Menichetti:

Speranza e orrore continuano a intrecciarsi nel Mar Mediterraneo dove corrono i flussi di migranti che scappano da guerra e persecuzioni. Migliaia di persone che fuggono da Africa, Siria, Iraq. La meta è un’Europa divisa da paure, respingimenti e chi lotta per accogliere. Una delle rotte più frequenti è quella che parte dalla Libia e ieri a 40 miglia dalla costa un’imbarcazione di fortuna è stata ingoiata, ancora una volta, dalle onde. L’intervento della Marina militare italiana ha salvato 50 persone, altrettante risultano tutt’ora disperse. E in queste ore è tensione anche a Kos, isola greca del Dodecaneso, a meno di un chilometro di Mare dalla Turchia. Qui arrivano ogni giorno, anche oggi, decine di profughi. La polizia ha rafforzato gli agenti, il sindaco parla di “situazione al collasso”. Ieri, si sono registrati scontri tra le persone ammassate in luoghi di fortuna e agenti di pubblica sicurezza. Ai nostri microfoni, Christopher Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati:

R. – Vediamo che tutti gli sforzi che sono stati fatti prima da parte dell’Italia con l’operazione "Mare Nostrum", e poi da parte dell’Unione Europea con l’operazione "Triton", non hanno potuto e non possono evitare, specie nelle acque libiche, che si consumino costantemente nuove tragedie. Finché non si apriranno veramente delle possibilità per le persone di arrivare in Europa in modo protetto – regolare, normale – ci troveremo di fronte a vittime, come dimostra questa nuova tragedia avvenuta nelle acque libiche.

D. – Un altro flusso è quello che dalla Turchia passa per le isole greche, in particolare a Kos, dov’è fortissima la tensione…

R. – C’è tensione a Kos, ma anche in altre isole vicino alla costa turca – ormai da mesi fortemente interessate da questa rotta, che non è nuova, ma si è molto accentuata negli ultimi tempi. Per la prima volta, il numero totale di arrivi di migranti via mare in Grecia ha superato il numero degli arrivi in Italia. L’emergenza vera si è spostata verso il Mediterraneo orientale. Ciò che è successo, e che succede ancora a Kos, mi sembra emblematico e deve portare a una immediata assunzione di responsabilità da parte dell’Unione Europea. L’Ue deve dare delle garanzie affinché queste persone vengano, almeno in parte, immediatamente trasferite verso altre destinazioni.

D. – In tutto questo contesto c’è la questione delle quote: a luglio si è raggiunto l’accordo per una pur minima ripartizione, ma ancora nulla è partito...

R. – Bisogna accelerare i tempi e anche istituire dei meccanismi. Ad esempio, sono necessari dei colloqui con chi arriva per capire dove si trovano i parenti e amici di queste persone in Europa e dove possono o vogliono andare. Se la distribuzione avviene solo sulla base di numeri e quote, l’accordo non potrà funzionare perché le persone andranno comunque dove qualcuno dei loro cari li aspetta: questo è naturale. Quindi, la questione non è solamente quella di creare un meccanismo giuridico di distribuzione, ma è di istituire ad esempio un servizio specifico sulle isole greche, come anche sulle coste italiane, cosicché questa operazione possa avere successo e non tardare. I tempi dell’Unione Europea sono veramente dei tempi incredibili...








All the contents on this site are copyrighted ©.