2015-08-10 19:58:00

Marò. Al via arbitrato internazionale. Tensione Italia India


Dopo oltre 3 anni il caso Marò approda alla Corte di Amburgo. Roma chiede "misure cautelari urgenti" a tutela dei due Fucilieri di Marina, accusati di aver ucciso due pescatori indiani mentre erano in missione anti-pirateria. Duro l’ambasciatore italiano Azzarello secondo cui l’India con il suo atteggiamento dimostra di disprezzare il giusto processo, ma per il governo di New Delhi l’Italia è in malafede. Cecilia Seppia:

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone “non sono stati ancora tecnicamente incriminati di alcun reato”, ma col suo atteggiamento New Delhi “dimostra di disprezzare il giusto processo” considerandoli già colpevoli e continuando a descrivere la vicenda come “omicidio di due pescatori disarmati”. Così l’ambasciatore Francesco Azzarello durante la prima udienza al Tribunale internazionale del diritto del mare. La richiesta di Roma è ad oggi la fine della giurisdizione indiana, e poi misure cautelari urgenti per risolvere il caso che tra rinvii e violazioni rischia di incrinare i rapporti tra i due paesi storicamente amici: in particolare si chiede che Girone, definito da Azzarello “ostaggio” dell’India sia rilasciato quanto prima e rientri in patria mentre Latorre, colpito da ictus possa completare in Italia la fase di recupero. Il governo indiano dal canto suo continua a non vedere il “grave danno ai diritti italiani” di cui parla l’ambasciatore, anzi respinge le sue affermazioni definendole offensive e inappropriate. Di più, secondo il governo indiano, Roma è in malafede per non aver mantenuto promesse solenni, come quella di far rientrare per tempo i due fucilieri dopo il permesso concesso loro per le elezioni del 2013. Domani nuova udienza, mentre la decisone della Corte di Amburgo è attesa tra due-tre settimane, ai due marò la vicinanza del ministro degli Esteri, Gentiloni. 








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