2015-08-10 12:31:00

Libano. Nuovo appello vescovi maroniti: si elegga presidente


Nuovo, pressante appello dei vescovi libanesi ad eleggere il presidente della Repubblica. Un vuoto istituzionale che dura dal 25 maggio 2014, da quando è finito il mandato di Michel Sleiman. Da allora si sono tenute numerose sessioni parlamentari per l’elezione, ma il Parlamento libanese non ha mai raggiunto il quorum necessario per il voto a causa del boicottaggio da parte del gruppo detto dell’ 8 Marzo (che raccoglie diversi partiti ed Hezbollah, insieme ai cristiani legati a Michel Aoun).

A rischio l’unità del Paese
In un comunicato diffuso al termine dell’incontro mensile con i superiori degli ordini religiosi maroniti, tenutosi nei giorni scorsi presso la sede estiva del patriarcato di Antiochia dei maroniti a Dimane, i presuli hanno chiesto ai parlamentari di “presentare i loro candidati definitivi alla presidenza della Repubblica e di partecipare all’elezione in maniera democratica e costituzionale”. Nel comunicato, citato dall’Osservatore Romano, si sottolinea “la profonda inquietudine di fronte al vuoto presidenziale che continua e che rischia di giungere ad un punto vicino alla caduta della stessa Repubblica. “La paralisi politica e la crisi economica che essa genera – affermano i vescovi maroniti - richiedono a tutti di mettere al primo posto l’interesse nazionale e di preservare l’unità nazionale, perché non è possibile per il Libano superare le sue crisi politiche se il Paese viene esposto a scosse che minacciano la sua unità”.

I tentativi del Patriarca Raï di mettere d’accordo le formazioni cristiane
Più volte il patriarca Béchara Boutros Raï ha tentato di riunire le formazioni cristiane perché designino un candidato comune, ma i gruppi sono divisi fra coloro. Durante l’incontro a Dimane, i vescovi libanesi si sono pronunciati anche sull’emergenza rifiuti dopo la chiusura della discarica di Naameh, ormai piena. Sulla questione c’è disaccordo fra i politici che tardano a trovare una soluzione. Anche questo problema, hanno ammonito i presuli, “macchia l’immagine del Libano, oltre a minacciare l’ambiente e la salute degli abitanti”, perché  “sottomettere il bene pubblico ai conflitti, al clientelismo e al mercato avrà delle conseguenze pregiudizievoli per tutta la società”.

Il 5 agosto il Patriarca Rai a colloquio l’ex primo Ministro Nagib Mikati
L’attuale stallo politico è stato al centro di un colloquio, il 5 agosto a Dimane, tra il Patriarca Rai e l’ex primo Ministro Nagib Mikati, in cui i due leader hanno convenuto sull’urgenza di eleggere il nuovo presidente, senza ulteriori rinvii, per consentire alle istituzioni dello Stato di riprendere il loro normale funzionamento nell’interesse dell’unità nazionale (L.Z.)








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