2015-08-09 09:35:00

Sudafrica. Speciale sito web per la beatificazione di Benedict Daswa


“Benedict Daswa: un uomo di dedizione, fede, integrità. Un uomo di Dio. Un martire”. Si apre con queste parole la homepage del sito www.daswabeatification.org.za, creato appositamente in vista della beatificazione di Benedict Samuel Tshimangadzo Daswa, primo martire sudafricano riconosciuto dalla Chiesa, morto il 2 febbraio 1990. La cerimonia avverrà il 13 settembre, a Tshitanini, nella diocesi di Tzaneen, alla presenza del card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.

Daswa ucciso lo stesso giorno della scarcerazione di Mandela
Ricco di informazioni, lo speciale sito racconta la vita di Benedict, ripercorre le tappe principali del suo processo di beatificazione, offre aggiornamenti sulla logistica della celebrazione e permette di scaricare foto e video legati all’evento. Numerose, inoltre, le interviste consultabili, tra cui quella a mons. Hugh Slattery, vescovo emerito di Tzaneen, colui che nel 2000 diede inizio alla causa di beatificazione di Daswa. Nell’intervista, in particolare, mons. Slattery mette in risalto una singolare coincidenza: Benedict fu ucciso lo stesso giorno in cui fu annunciata la scarcerazione di Nelson Mandela, leader sudafricano della lotta contro l’apartheid, dopo 27 anni di prigionia.

Mons. Slattery: Daswa come Mandela, simbolo della libertà
Daswa e Mandela, spiega il presule, sono stati “entrambi guidati da una visione di liberazione delle persone dalla schiavitù. Mandela ha trascorso la sua vita cercando di liberare il suo popolo dal giogo dell'apartheid. Daswa, nella sua vita, ha sperimentato la libertà interiore dal potere della stregoneria e del male. E poi, ha cercato di aiutare anche gli altri a vivere questa libertà, aprendosi a Cristo ed alla gioia del Vangelo”. “Si potrebbe dire – sottolinea mons. Slattery - che Daswa e Mandela siano complementari, in quanto le persone hanno bisogno della libertà sia interiore che esteriore, per costruire una società giusta e sana”.

Benedict: padre amorevole di otto figli, maestro e catechista
La vita di Daswa si svolge tutta a Mbahe, nella diocesi di Tzaneen, dove nasce il 16 giugno 1946, in una famiglia non cristiana. Durante l’adolescenza, si unisce ad un gruppo di catecumeni ed a 16 anni chiede il battesimo, scegliendo il nome di Benedict. Divenuto padre amorevole di otto figli, gli piace lavorare la terra: nel suo orto, i poveri possono comprare senza soldi, mentre i giovani vi possono lavorare per guadagnarsi quanto serve a pagare le spese scolastiche. Benedict si impegna molto anche sul fronte educativo: maestro elementare e poi direttore di scuola primaria, catechista ed animatore della comunità, si trasforma persino in guida ed animatore dei giovani durante i week-end e le vacanze, dotando il villaggio di un campo sportivo ed allenando i ragazzi della squadra di calcio.

Lo scontro con la comunità per contrastare la stregoneria
Ma nel gennaio del 1990, cominciano i problemi: un nubifragio si abbatte sulla zona e il tetto di molte capanne va a fuoco per una serie di fulmini, che i capi-villaggio interpretano come una maledizione, frutto di stregoneria. Si decide così di assoldare uno sciamano perché, con le sue arti magiche, individui il responsabile della maledizione e lo allontani dal villaggio. L’unico ad opporsi è Benedict che si sforza di spiegare agli abitanti del villaggio l’origine del tutto naturale dei fulmini.

Una morte cruenta. Nelle sue ultime parole, una preghiera
Guardato con sospetto, rimane vittima di un’imboscata da parte di un gruppo di compaesani che lo assalgono armati di pietre e bastoni. Benedict riesce a fuggire ed rifugiarsi in una casa, ma poco dopo ne esce spontaneamente, per non mettere a repentaglio la vita dei proprietari. Bastonato senza pietà, ustionato con acqua bollente e finito a colpi di pietra, raccontano di averlo sentito pregare ad alta voce prima di spirare. Il 22 gennaio 2015, Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle cause dei Santi a promulgare il decreto che ne riconosce il martirio. (I.P.)








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