2015-08-08 13:13:00

Presto Beato mons. Flaviano Michele Melki, martire sotto l'Impero Ottomano


La Chiesa avrà presto un nuovo Beato: si tratta del vescovo siro-cattolico Flaviano Michele Melki, ucciso in odio alla fede cento anni fa a Djézireh, nell'attuale Turchia, durante le persecuzioni avvenute nel periodo dell'Impero Ottomano. Papa Francesco, infatti, dopo aver incontrato il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato il dicastero a promulgare il decreto riguardante il suo martirio. Il Servo di Dio mons. Flaviano, al secolo Giacomo, apparteneva alla Fraternità di Sant’Efrem ed era vescovo di Djézireh dei Siri. Nato nel 1858 a Kalaat Mara (attuale Turchia), venne assassinato il 29 agosto 1915. Sulla figura del prossimo Beato ascoltiamo il postulatore della Causa, padre Rami Al Kabalan, intervistato da Sergio Centofanti:

R. – Lui ha giocato un ruolo fondamentale nell’incoraggiare la gente nel difendere la propria fede nelle difficoltà dell’epoca, durante le persecuzioni dell’Impero Ottomano. Viveva in estrema povertà, ha venduto pure i suoi paramenti liturgici per aiutare i poveri a combattere contro la miseria; girava in tutte le parrocchie, svolgeva il suo apostolato con zelo. Era figlio di una famiglia siro-giacobita e si è convertito al cattolicesimo prima della sua ordinazione sacerdotale.

D. – C’è qualche ricordo particolare di mons. Flaviano?

R. – C’è una sua frase, che sempre mi ha toccato il cuore. Loro cercavano di convertirlo all’Islam e lui diceva: “Difendo la mia fede fino al sangue”.

D - Che cosa ci dice questo martirio oggi?

R. – Dopo 100 anni, proprio nel suo centenario, noi cristiani di Oriente subiamo quasi le stesse persecuzioni, anche se in modo diverso… Per cui la figura di questo martire ci dà il coraggio di difendere la nostra fede e vivere la nostra fede. Non dobbiamo avere paura, malgrado le circostanze difficili di tutti i cristiani dell’Oriente, dell’Iraq, della Siria, per quello che sta succedendo. Perciò personalmente credo che la beatificazione abbia veramente una importanza ecclesiale molto forte proprio nel contesto di oggi. La figura del martire non muore, rimane viva nella Chiesa, nella memoria dei fedeli: noi siamo tutti chiamati a vivere il martirio in modi diversi.

D. – La Chiesa siro-cattolica, in questo momento, sta soffrendo molto…

R. – E’ la più piccola Chiesa unita al Successore di Pietro. Siamo attaccati in Iraq, a Mosul, la cui comunità cristiana ormai non esiste più; ad Aleppo e adesso la situazione di Al Qaryatain, la diocesi di Homs… Siamo veramente la Chiesa più ferita! Stiamo subendo persecuzioni dappertutto…

D. – Quali sono le vostre speranze?

R. – Speriamo veramente che il Signore illumini tutti i potenti di questo mondo, quelli che hanno in mano il potere, perché realizzino la pace!








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