“Percorsi di misericordia, nella sequela del Buon Pastore”: si intitola così la Lettera pastorale che mons. Manuel Pelino, vescovo di Santarém, in Portogallo, ha diffuso in questi giorni, in vista dell’Anno pastorale 2015-2016. Nel documento, il presule denuncia “l’assenza o la dimenticanza della misericordia” che segna non solo la società attuale, ma anche la Chiesa cattolica, ed esorta i cristiani ad assumere “uno stile di vita” misericordioso.
Allarme per una società sempre più indifferente nei confronti dell’altro
“Sono numerosi – scrive mons. Pelino – i segnali preoccupanti
di questa mancanza di misericordia nella vita quotidiana”: dalla “indifferenza nei
confronti dell’altro” al “distacco dalla sofferenza e dai problemi delle persone”,
per arrivare, poi, alla “aggressività e violenza” riscontrabili ai giorni nostri.
“Vediamo frequentemente diverse manifestazioni di intolleranza e di aggressività –
spiega il vescovo di Santarém – in politica, in famiglia, a scuola, nelle relazioni
sociali, ed anche tra i membri della Chiesa che si lasciano tentare dai peccati”.
Tanto più che, continua il presule, attualmente “la consapevolezza del peccato è poco
presente in molti cristiani”.
Proclamare la misericordia, principale compito della Chiesa
Per questo, il vescovo di Santarém ribadisce che “la
Chiesa deve considerare come uno dei suoi principali doveri la proclamazione e l’attuazione,
nella vita quotidiana, del mistero della misericordia, rivelato, nel suo livello più
alto, da Gesù Cristo”. In quest’ottica, mons. Pelino definisce il Giubileo della Misericordia,
indetto da Papa Francesco, come “un dono per le comunità cristiane ed un invito a
quel rinnovamento della Chiesa” auspicato dal Concilio Vaticano II.
La misericordia diventi “lo stile di vita” dei cristiani
Ed è “significativo, infatti – sottolinea il presule
– che il Giubileo inizi proprio l’8 dicembre 2015, nel 50.mo anniversario della chiusura
del Concilio”, attraverso il quale la Chiesa ha intrapreso e continua a percorrere
“un lungo cammino di dialogo e di collaborazione con la società, in nome della giustizia
e della pace”. Di qui, l’invito di mons. Pelino a tutte le comunità, affinché “riscoprano
le opere di misericordia”, sia corporali che spirituali, trasformandole in un vero
e proprio “stile di vita”. “Il cristianesimo è soprattutto una pratica, non tanto
una dottrina”, evidenzia il vescovo portoghese, ribadendo la necessità che le persone
si lascino “illuminare dalla misericordia nella mente e nel cuore”, così da “tendere
le mani agli altri”, ed “essere generose” nella condivisione dei beni, “vincendo la
tentazione” dell’individualismo.
Contrastare la solitudine di tante famiglie
La lettera pastorale sottolinea anche l’importanza
di contrastare l’isolamento e la mancanza di vicinanza che caratterizza, oggi, la
vita di tante famiglie: “ Vediamo tanti adolescenti soli – scrive il presule – giovani
senza obiettivi; coppie di coniugi che non hanno tempo per i figli, ma lo trovano
per i social network; famiglie che non comunicano”. E invece, afferma mons. Pelino,
sono sempre di più “le persone che hanno bisogno di essere accompagnate, di avere
accanto qualcuno che le ascolti, che dica loro una parola di incoraggiamento per riprendere
il cammino”. E queste, conclude il presule, “sono proprio le opere di misericordia
spirituali di cui oggi c’è tanto bisogno”. (I.P.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |