2015-08-06 07:56:00

70 anni fa la bomba atomica su Hiroshima, 200mila le vittime


Il 6 agosto 1945 alle 8.15 la bomba atomica distruggeva la città giapponese di Hiroshima uccidendo 14mila persone nell’immediato: ma furono in totale circa 200mila le vittime a causa dei suoi effetti. Oggi, alle celebrazioni per il 70.mo, per la prima volta hanno partecipato rappresentanti del governo degli Stati Uniti. Alla cerimonia – cui hanno preso parte circa 120mila persone tra cui alcuni “hibashuka”, sopravvissuti - il premier nipponico Abe ha evidenziato che il Giappone ha “l’importante missione di realizzare un mondo libero dalle armi nucleari”. Per una testimonianza da Hiroshima, Roberta Barbi ha raggiunto padre Arnaldo Negri del Pime, parroco del Cristo Re di Nihara:

R. – Le celebrazioni ufficiali vengono fatte nel parco che è stato lasciato nell’epicentro della caduta della bomba atomica, alle quali partecipano sempre il primo ministro e le autorità principali del Giappone e anche dei Paesi stranieri. Per quanto riguarda la Chiesa cattolica giapponese, nella cattedrale c’è sempre una Messa all’orario dell’esplosione della bomba atomica - 8.15 - in suffragio delle vittime. La cattedrale di Hiroshima è stata distrutta dalla bomba atomica e ricostruita, poi, con gli aiuti della Germania. È stata chiamata Cattedrale Memoriale della Pace e adesso è riconosciuta come monumento nazionale anche dal governo giapponese.

D. – Come la popolazione vive questo anniversario?

R. – Più o meno, c’è interesse, anche se c’è stato un sondaggio: si è domandato quale fosse il giorno in cui erano state sganciate le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Tra il 70% e l’80% della popolazione del Giappone ha indicato una data sbagliata. Soprattutto le giovani generazioni non hanno molto presente la cosa. A Hiroshima e Nagasaki è il contrario: il 70% indica la data giusta e il 20-30% la data sbagliata.

D. – Anche quest’anno lei ha portato al Peace Memorial Park i giovani della parrocchia …

R. – Tutti gli anni c’è una specie di processione verso sera: c’è una preghiera per la pace e poi in processione si arriva alla Cattedrale, dove c’è la celebrazione. Da alcuni anni partecipano anche anglicani ed altre comunità cristiane; sono i pochi gesti pubblici della diocesi di Hiroshima in tutto l’anno, quindi mi sembra importante partecipare.

D. – L’anno scorso la decisione del premier Abe di riavviare il programma nucleare per uso civile, interrotto dopo Fukushima, fu molto criticata …

R. – La gente qui, dopo quello che è successo a Fukushima, ha paura. Per motivi economici il governo la sovvenziona, però le popolazioni – soprattutto quelle vicine alle centrali nucleari – sono contrarie. Da quando hanno fatto le centrali, non hanno mai deciso dove si possano  depositare le scorie. Verrà rimessa in attività una centrale nucleare il prossimo mese: dicono che hanno fatto lo “stress test”, però la gente, soprattutto le persone che si trovano vicine, non è tranquilla.

D. – Recentemente ha scatenato polemiche la proposta di legge in discussione in Giappone sull’allentamento delle restrizioni delle forze armate …

R. – La Chiesa è contraria a questa legge di interpretazione della Costituzione. Anche la popolazione: per la prima volta il Governo ha più persone che lo disapprovano che quelle che lo approvano. La ragione pare che sia, appunto, questa proposta di legge che il governo, con la maggioranza in Parlamento può far passare, e che vuol far passare a tutti i costi. Non è che il Giappone va a fare la guerra agli altri Paesi; è che il Giappone, fino ad ora, non ha mai partecipato a queste operazioni di forze di pace internazionali – tipo Iraq, Afghanistan, eccetera – e neanche nei cosiddetti “peacekeeping” dell’Onu. Cioè: dove ci sono possibilità di guerra, il Giappone non manda personale. Con questa scelta, può mandare forze armate in questi posti a rischio come parte di corpi internazionali.

D. - Il sindaco della città, nella sua tradizionale dichiarazione sulla pace del 6 agosto, ha invitato i leader mondiali a promuovere la fiducia reciproca e il dialogo. Cosa può insegnare la tragedia di Hiroshima all’uomo di oggi?

R. – Che la guerra si sa com’è: si sa come si comincia, ma non si sa mai come va a finire. Quello che è successo 70 anni fa con la II Guerra Mondiale può succedere adesso in qualsiasi momento. La guerra non è mai una scorciatoia per risolvere i problemi del mondo.








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