Una lettera pastorale congiunta, la prima della storia, per ribadire l’importanza del Cammino di Santiago di Compostela: a redigerla, in questi giorni, sono state le Conferenze episcopali di Francia e Spagna, per celebrare uno dei pellegrinaggi più famosi d’Europa, che attraversa entrambi i Paesi. “Si tratta - spiega mons. Marc Aillet, vescovo di Bayonne - di un cammino di fede e di comunicazione della fede. A partire dal Medio Evo, esso ha, in un certo qual modo, formato l’Europa, condividendo i valori stessi del Vangelo, tramite il pellegrinaggio di tanti cristiani”.
Pellegrini del Cammino, in cerca del senso della vita
“Il 70 per cento delle persone che intraprendono il
Cammino - continua il presule - non lo fa per motivi religiosi, ma sente di doverlo
fare alla ricerca di un senso, di un nuovo soffio di vita, capace di rompere i ritmi
accelerati della società contemporanea, per camminare secondo il ritmo del Creato,
al passo dell’uomo”. L’obiettivo della lettera, spiega ancora mons. Aillet, è quello
di “sensibilizzare le comunità cristiane attraversate dal Cammino a ricevere i pellegrini
in uno spirito di disponibilità e di accoglienza umana e cristiana, cogliendo l’occasione
per annunciare il Vangelo”.
Lungo il Cammino di Santiago, l’Europa ritrova se stessa
La missiva si presenta suddivisa in tre parti: la
prima, intitolata “Il Cammino come esperienza personale”, è dedicata chi vuole scoprire
o riscoprire le radici cristiane dell’Europa. “Lungo il Cammino di Santiago - si legge
- l’Europa prende coscienza di se stessa” ed è qui che si trova “un fattore notevole
nella configurazione dell’identità europea”. Ma il pellegrinaggio è anche un modo
per “arrivare più vicini a Cristo” ed è per questo che esso offre ai cristiani l’occasione
di “approfondire la propria fede”.
Anche la Chiesa, comunità in cammino, si fa pellegrina
La seconda parte della lettera si intitola, invece,
“La Chiesa, una comunità in cammino”: i presuli sottolineano che il pellegrinaggio
non è solo “un esercizio spirituale individuale che porta ad un rinnovamento interiore
della persona”, né tantomeno solo “un cammino personale nella sequela di Cristo”,
ma è anche il modo in cui la Chiesa stessa “si fa pellegrina, essendo una comunità
in cammino”. Fortificata dalla speranza ispirata da Dio, la Chiesa trova la sua principale
manifestazione “nella partecipazione piena ed attiva dei fedeli all’Eucaristia”. Lungo
il Cammino di Santiago, dunque, spiega ancora la missiva, i pellegrini dovranno sentirsi
accompagnati dalla Chiesa come accadde ai discepoli di Emmaus che incontrarono Gesù.
Rilanciare il dinamismo dell’evangelizzazione
Infine, la terza parte della lettera pastorale è incentrata
sulla dimensione missionaria, tanto da intitolarsi “Il Cammino, dinamismo evangelizzatore”.
“Il Cammino di Santiago - si legge - non è un semplice itinerario tracciato su una
mappa, non è un insieme di luoghi da attraversare, non è un ambiente geografico, ma
è percorso, viaggio, incontro, dare e ricevere, evangelizzare ed essere evangelizzati”.
In questo senso, tale pellegrinaggio è “uno spazio dinamico, una bussola che ci orienta
e la cui vera meta è l’incontro con Cristo, Via, Verità e Vita”.
I pellegrini divengano missionari
Di qui, l’invito a tutti i fedeli ad “essere missionari”,
una volta tornati a casa, affinché “dopo aver meditato sulle origini del cristianesimo
accanto alla tomba di San Giacomo, essi possano diventare agenti efficaci della nuova
evangelizzazione”. “Di ritorno dal vostro viaggio - scrivono i vescovi francesi e
spagnoli, rivolgendosi direttamente ai pellegrini - fate lo sforzo di portare il Vangelo
a coloro che incontrate abitualmente, per strada o sul lavoro. Concentratevi sull’essenziale,
il necessario: parlate loro dell’amore salvifico di Dio, manifestato da Cristo morto
e risuscitato. Siate messaggeri di Cristo”.
Una Chiesa “in uscita” che opera e parla nella carità
Rivolgendosi, poi, alle parrocchie che si trovano
lungo il Cammino di Santiago, i presuli le esortano ad “andare per strada ad evangelizzare,
accogliere le persone, aprire spazi di dialogo collettivo, sostenere i pellegrini
nei loro obiettivi, invitarli alla conversione del cuore confidando nell’infinita
misericordia di Dio”. “La carità delle opere - è l'invito - si accompagni alla carità
delle parole”.
Nel 2017, attesa un’altra lettera congiunta sul tema dell’accoglienza
La missiva si conclude con un appello a tutti i pellegrini
affinché l’esperienza del Cammino li stimoli ad essere “costruttori di pace e di unità,
promotori di fede, speranza e carità, punti di riferimento spirituale, capaci di costruire
l’Europa, secondo le radici cristiane”. Una seconda lettera pastorale congiunta sul
Cammino di Santiago verrà realizzata dalle Chiese francese e spagnola nel 2017 e sarà
dedicata, con molta probabilità, al tema dell’accoglienza. (I.P.)
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