2015-08-01 16:03:00

Profughi, mons. Pizziolo: si ascolta Papa quando fa comodo


Applausi discontinui

"Mi colpisce che molti invochino e applaudano Papa Francesco quando risulta comodo, mentre, quando denuncia la 'globalizzazione dell'indifferenza' o la 'cultura dello scarto', non lo ascoltino più". Mons. Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto, torna sui contenuti della lettera dedicata all'accoglienza dei profughi, da lui scritta recentemente assieme al vescovo di Treviso, Gianfranco Agostino Gardin, e commenta le reazioni suscitate dal documento.

Gestione a volte improvvisata

"E' un documento nato dall'esigenza di dire una parola pacata di discernimento sul tema dell'arrivo, negli ultimi tempi, di un grande, imprevisto, flusso di migranti forzati nel Triveneto. Sono flussi la cui gestione pare a volte improvvisata, provocando reazioni di preoccupazione, fastidio o rifiuto nella popolazione", spiega il presule. "Non vogliamo dare ricette, ma fornire indicazioni per una riflessione. Si tratta, infatti, a nostro parere, di flussi gestibili. Sono persone che provengono da situazioni drammatiche. E si deve inoltre far affidamento sullo spirito di accoglienza della gente del Veneto, che nel passato non recente ha sperimentato sulla propria pelle le difficoltà dell'emigrazione".

I veneti non sono egoisti

"La mia preoccupazione maggiore è vedere il popolo veneto dare questa testimonianza di popolo duro, inospitale, egoista, mentre non siamo mai stati così", spiega mons. Pizziolo. "Non chiediamo un'ospitalità 'a buon mercato'. Questa va valutata e organizzata con attenzione, ma non può essere rifiutata a priori". 

Non giudichiamo, chiediamo riflessione

Nella lettera i presuli sottolineano il rischio di un 'cristianesimo accomodante', svuotato dal Vangelo. "Di fronte a situazioni come queste che invitano alla radicalità evangelica  - spiega il vescovo di Vittorio Veneto - c'è il rischio di essere cristiani solo di nome. Certo, noi non abbiamo il diritto di giudicare e affermare che 'chi non accoglie non è cristiano', lungi da noi farlo. Non vogliamo trinciare giudizi, ma fornire criteri di riflessione per affrontare un problema che ci interpella". 'Non c'era posto per loro nell'albergo', è cominciata così l'Incarnazione. E purtroppo oggi rischia di continuare: non c'è posto per loro nei nostri territori. Non basta la buona volontà, ma l'importante e che non manchi la volontà".

L'accoglienza non basta ma è possibile

"Certo, sappiamo bene che non si risolve tutto con l'accoglienza, anche perché non possiamo accogliere all'infinito. Bisognerebbe agire politicamente, anche a livello europeo, per fermare questi flussi che hanno spesso esiti drammatici", spiega il presule. "Ma vogliamo ricordare che l'accoglienza è possibile".

Zaia ha ragione, ma non rifiuti invito a riflettere

Commentando la lettera dei due vescovi sulla necessità dell'accoglienza il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia ha affermato : "Chi è senza peccato scagli la prima pietra". "E' una frase evangelica che ha una profonda verità. Ma noi non abbiamo voluto gettare pietre contro qualcuno". "Di fronte alla tentazione della poca ospitalità abbiamo voluto mettere in discussione prima di tutto noi stessi e leggendo la lettera lo si capisce", risponde mons. Pizziolo. "E' dunque perfettamente legittimo, da parte di Zaia, citare quella frase del Vangelo. A meno che non diventi solo un rifiuto del nostro invito a riflettere".  








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