2015-07-29 14:03:00

Afghanistan: giallo su morte mullah Omar. Governo: verifiche in corso


Il governo afghano sta esaminando le notizie diffusesi nelle ultime ore riguardo alla morte del leader supremo dei talebani, il mullah Omar. Il servizio di Giada Aquilino:

Ancora nessuna conferma o smentita. La notizia dell’uccisione del mullah Omar si rincorre da ore, ma non è la prima volta che succede. Per questo il governo di Kabul, in una conferenza stampa convocata frettolosamente dal vice portavoce presidenziale, Zafar Hashemi, ha annunciato verifiche in corso dopo che un alto funzionario aveva dato comunicazione dell’uccisione del leader dei talebani, a seguito - si era detto - di una riunione dei vertici della sicurezza afghana. Dubbi sono stati espressi dal Pakistan, che venerdì prossimo ospiterà a Islamabad un secondo round di colloqui fra emissari dei talebani ed esponenti del governo afghano per negoziare una difficile pace, dopo la guerra iniziata nel 2001. Proprio nei giorni scorsi, mentre il sedicente Stato Islamico incitava i combattenti della regione ad unirsi al ‘Califfato” di al Baghdadi, il sito web dell’autoproclamato Emirato Islamico dell’Afghanistan pubblicava un messaggio attribuito al mullah Omar in favore del dialogo fra insorti e rappresentanti del governo del presidente Ashraf Ghani. Ma la notizia della presunta morte del mullah Omar sembra lasciare indifferente la popolazione afghana. Lo testimonia Luca Lopresti, presidente di Fondazione Pangea Onlus, raggiunto telefonicamente a Kabul:

R. – Come tutte le grandi notizie che riguardano l’Afghanistan, anche questa coinvolge emotivamente più l’Occidente che gli abitanti di questo Paese, che sono sempre e solo travolti dagli eventi. Spesso si è detto della morte del mullah Omar, ma mai finora è stata confermata. Certo oggi è una data importante, perché è vigilia di incontri per le trattative di pace: la notizia della morte del mullah Omar, che stranamente veniva dato in queste ore come aperto ad una mediazione per il dialogo di pace, potrebbe sconvolgere gli equilibri. Il suo successore naturale sarebbe il figlio, un ragazzo giovane che si dice essere molto più predisposto alla guerra che non alla pace.

Nato nei pressi di Kandahar nel 1959 da una famiglia pashtun e fondatore di una scuola islamica, sul mullah Omar si sono rincorse negli anni voci contrastanti. Si è parlato dell’alleanza con Osama Bin Laden, ucciso nel 2011, col quale condivise la resistenza all'invasione sovietica: durante quel periodo avrebbe perso un occhio in battaglia. I talebani si impossessarono poi dell’Afghanistan nel 1996 e cominciarono lunghi e sanguinosi anni di applicazione radicale della Sharia. Quando gli americani sferrarono l’operazione Enduring Freedom nel 2001, a seguito degli attentati dell’11 settembre, si diffuse la notizia di una sua fuga in motocicletta dall'assedio di Baghran. Da allora fece perdere ogni traccia, malgrado la taglia di 25 milioni di dollari posta dagli Stati Uniti sulla sua testa: negli ultimi anni le ricerche si erano concentrate nel vicino Pakistan, nella regione di Quetta. L’Afghanistan rimane intanto un Paese che anela alla stabilità, aggiunge Luca Lopresti, che con Pangea Onlus lì si occupa di programmi di microcredito alle donne, ma anche di servizi sanitari ed educativi:

R. - Servirebbero veramente trattative di pace; servirebbe che i soldi investiti venissero spesi per la popolazione. Si consideri che nella capitale le strade non sono asfaltate e non ci sono le fogne e che in Afghanistan, dal 2001 ad oggi, sono stati investiti 600 miliardi di dollari! La paura forte tra la gente non è tanto della guerra trascorsa, ma del periodo precedente, della guerra civile: una guerra di tutti contro tutti, in cui le fazioni tribali combattevano tra loro per una fetta di potere e la città di Kabul, per esempio, era totalmente distrutta dai colpi di mortaio.








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