La Chiesa ortodossa russa può aiutare lo Stato nel combattere la corruzione in modo efficiente, in quanto educa le persone nello spirito dei valori evangelici e dei più alti requisiti morali. La proposta - riferisce l'agenzia AsiaNews - è del patriarca di Mosca Kirill, che il 24 luglio scorso ha firmato un accordo di cooperazione con la Corte dei Conti russa. La cerimonia si è svolta nella sala del Trono nella residenza del patriarca, al monastero di San Daniele a Mosca. Per la Corte dei Conti ha firmato la presidente, Tatiana Golikova.
Migliorare la morale e preservare il patrimonio spirituale, storico e culturale
in Russia
Il documento si propone di migliorare la morale in Russia e preservare il patrimonio
nazionale spirituale, storico e culturale, necessario per le buone condizioni di vita
dei cittadini e lo sviluppo dello Stato, ha scritto l’agenzia ufficiale Ria Novosti.
“Il lavoro della Corte dei Conti ha un impatto sostanziale sul clima morale nella
società - ha dichiarato il patriarca - Sappiamo che la corruzione degrada l’essere
umano. E se la corruzione raggiunge una portata significativa, erode il tessuto sano
della società e mina le fondamenta dello Stato”.
Cooperazione tra Stato e Chiesa
Secondo Kirill, gli “attuali vizi, connessi con il furto di proprietà pubbliche e
statali” vanno attribuiti alle difficoltà affrontate dalla popolazione negli anni
’90 e nei primi anni 2000, vale a dire “il collasso dell’economia, la distruzione
di certi ideali e il tentativo di crearne di nuovi”. Per questo la cooperazione della
Chiesa con la Corte dei Conti - “il più efficace” e forse “il più forte organismo
in grado di controllare l’uso delle risorse governative” - è “opportuna e giusta”,
a detta del primate ortodosso russo. “Mi sembra che si tratti della giusta cooperazione
tra Chiesa e Stato”, ha dichiarato dal canto suo la Golikova.
Danni subiti dallo Stato dai reati di corruzione ammontano a circa 630
milioni di euro l'anno
La corruzione è ancora una piaga endemica in Russia, nonostante le promesse del governo
di sradicare il fenomeno, che colpisce tutti gli strati della società. Di recente,
il portavoce del Comitato investigativo russo, Vladimir Markin, ha fatto sapere che
i danni subiti dallo Stato dai reati di corruzione ammontano a circa 40 miliardi di
rubli l'anno (630 milioni di euro). Allo stesso tempo, però, le autorità sembrano
non voler riconoscere fino in fondo le dimensioni del problema. Markin ha rassicurato
che la corruzione “per lo più è diffusa a livello base", in forma di tangenti a medici
o insegnanti, che "hanno bisogno di aumentare i proprio salari”, non accennando neppure
alla corruzione nel grande business e nelle istituzioni.
Tra i Paesi più colpiti dalla corruzione la Russia è al 136° posto su 175
Nel 2014, la Ong Transparency International nel suo annuale "indice di percezione
della corruzione" ha inserito la Russia al 136° posto su 175, al pari di Paesi come
Nigeria, Libano, Camerun e Iran, dove la corruzione è una vera e propria piaga che
affligge il sistema economico e sottrae allo Stato preziose risorse. (N.A.)
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