2015-07-22 15:57:00

Dalla periferia del Molise speranze di pace per i cristiani in Medio Oriente


VIII EDIZIONE PREMIO INTERNAZIONALE "LA TRAGLIA - ETNIE E COMUNITA' (JELSI, CAMPOBASSO) ”.

"Jelsi, afferma mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, è uno dei paesi rurali più belli del Molise, che rappresenta nella sua fierezza l’orgoglio di tradizioni antiche legate al mondo contadino che hanno fatto grande e nobile questa terra. In questo contesto, è una periferia - come ci ha detto il Papa l’hanno scorso -  visitata e amata, che nelle sue radici ritrova il suo futuro e la sua speranza. Questa esperienza ha portato questo premio che vuole allargare gli orizzonti ad altre periferie. Ogni anno sono state invitate personalità tra cui anche la figlia di Gandhi e altri da molte parti del mondo". "Quest’anno abbiamo posto gli occhi sul mondo delle persecuzioni in Medio Oriente. In particolare, appunto in Siria o in altre zone. La richiesta di guardare a mons. Sako è stata provvidenziale perché è una figura straordinaria. Anche in questi giorni lui è intervenuto più volte, anche tramite la Radio Vaticana, a denunciare le ingiustizie di questa persecuzione collegandola alla dignità di ogni persona e di ogni periferia e di ogni scelta umana, quindi nel rispetto della religione e nel rispetto delle culture, delle scelte personali, in fondo della persona e di ogni persona. Questa è la fierezza che ha creato questo premio fino all’invito a mons. Sako".

DIALOGO INTERRELIGIOSO, PERSECUZIONE DEI CRISTIANI IN MEDIO ORIENTE E INGERENZA UMANITARIA

Ingerenza umanitaria è una parola molto complessa. Proprio attorno al Creato il Papa ha chiesto il dialogo tra il mondo della politica, della cultura e dell’economia ma anche soprattutto delle religioni, delle scelte religiose e di fede differenti. In questo contesto, allora, il dialogo tra queste realtà è un po’ come vivere un segno che, in Molise, si fa durante la festa del grano: si intreccia il grano e si lavora in mille modi. Ecco, l’intreccio, la traglia, tutti questi segni antichi diventano simbolo di quello che il Papa dice oggi: dialogare, riconoscersi, rispettarsi, incontrarsi e non fare guerre, non creare muri ma ponti. Questo, in fondo, è il messaggio che nasce da questo premio. E mons. Sako ne è autorevolissimo testimonial.  

ENCICLICA 'LAUDATO SI'' DIALOGO E DIRITTI UMANI: DIO CI HA FATTO DIFFERENTI

"Secondo me, afferma mons. Bregantini, l'Enciclica al numero 155 offre una riflessione sui diritti delle persone, dove il Papa crea il dialogo tra il corpo e il Creato. Nel corpo la differenza è ricchezza, quindi sul piano oggettivo e sul piano soggettivo. Il piano oggettivo va mantenuto intatto, verginalmente intatto. Dio ci ha fatto differenti e tutto il Creato sa di vedere nella biodiversità la propria ricchezza. Il mondo non crescerebbe se non avessimo la biodiversità. Senza le api non avremmo la fecondazione e quindi la vita e quindi i frutti". "Ora, la biodiversità è fondamentale. Anche nel nostro corpo, la differenza è oggettivamente ricchezza. Guai a cedere sul piano oggettivo dei valori. Poi, sul piano soggettivo, il riconoscimento delle situazioni specifiche di alcune realtà può… come ha detto il Papa quel giorno: “Chi sono io per giudicare un gay credente, che cerca la verità?”. Il piano soggettivo va rispettato, distinguendo bene, però, tra ciò che è soggettivo – quindi il rispetto delle scelte del singolo –  e ciò che è oggettivo. Una società deve riconoscere che Dio ci ha fatto differenti, ci ha fatto biodiversificati, e questa è la nostra ricchezza. Non bisogna perciò equipararci, adeguandoci ad una logica riduttiva, ma elevare anche chi ha fragilità ad una logica elevata, alta e profonda. Questa è l’impostazione corretta, anche in risposta alla Corte di Strasburgo. La distinzione dei due piani non viola quanto la Corte dice. Ma noi possiamo riconoscere le particolarità di ciascuno dentro però un progetto positivo di insieme.

POLITICI E LEGGE SU UNIONI CIVILI IN ITALIA

I politici potranno fare una buona legge, non ideologica, "se il mondo culturale, religioso, il mondo delle università, delle scuole, il mondo dei movimenti, preme per una giusta dimensione di questo problema". "E’ chiaro, prosegue mons. Bregantini, che la politica risponde a logiche minimalistiche, non ha strategia a lungo raggio. La cultura fa strategie lunghe, la politica fa scelte immediate. Se però la cultura spinge in bene, l’etica verifica e la spiritualità dà solide motivazioni, pur nel rispetto specifico delle situazioni differenziate - la cultura ha il compito di lanciare progetti di lungo raggio - la politica, interpellata da progetti di grande respiro, potrà fare scelte più grandi". "Per cui adesso non deleghiamo la responsabilità al mondo politico. A loro tocca tradurre ciò che noi come società abbiamo il compito di pensare e di far pensare; di proporre e di riproporre, alle famiglie, alle scuole, alle università, alle chiese, al mondo culturale, alle iniziative estive di cultura che sono presenti in tutti i Paesi. Noi, cioè, abbiamo una immensa possibilità e opportunità di far pensare in modo positivo, partendo proprio dal fatto del Creato, che è universale. La biodiversità è ricchezza nel Creato e nel corpo"

 








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