2015-07-20 12:35:00

Libia: rapiti quattro tecnici italiani e tre cristiani africani


Sette persone sono state rapite in Libia. Tre africani, si tratta di un ghanese, un nigeriano e un egiziano, tutti cristiani, e quattro italiani. Questi ultimi sono stati rapiti ieri a Mellitah. Si tratta di quattro tecnici, dipendenti della Bonatti, società che si occupa di ingegneria, costruzione, gestione e manutenzione impianti per l'industria dell'energia. La città di Mellitah è sede della stazione di compressione del gas libico, da dove parte "Greenstream", il più grande metanodotto sottomarino nel Mediterraneo: lungo 520 km, fino a profondità di oltre 1.100 metri, approda al terminale di Gela, in Sicilia, e dà all'Europa 10 mld di metri cubi di gas all'anno. Vista la difficile situazione libica, la Farnesina già da tempo aveva sconsigliato i cittadini a recarsi nel Paese nordafricano anche per motivi di lavoro.  Il ministro degli Esteri Gentiloni, afferma che a caldo è ancora difficile fare ipotesi su autori rapimento. Secondo la tv araba Al Jazeera i quattro sarebbero stati rapiti da elementi vicini al cosiddetto Esercito delle Tribù, miliziani fedeli al generale Haftar a capo del governo di Tobruk e ostili a quelli dell’Alba della Libia di Tripoli. Sulla vicenda è intervenuta anche l’ambasciata della Libia presso la Santa Sede, affermando che il rapimento sarebbe una sorta di pressione sull’Italia per il ruolo svolto nei colloqui di pace sulla crisi libica.

I tre africani sono stati sequestrati da un gruppo jihadista collegato allo Stato Islamico (Daesh). Il rapimento risale all'11 luglio, ma la conferma del sequestro è stata fornita solo ieri dal portavoce militare del governo libico attualmente insediato a Tobruk e riconosciuto dalla comunità internazionale. Il sequestro è avvenuto nell'area di Nufliyah, a sud di Sirte, in una zona considerata una delle roccaforti dei gruppi jihadisti che si richiamano allo Stato Islamico, e che stanno allargando il proprio raggio d'azione nel caos libico seguito all'intervento occidentale e alla caduta del regime di Muammar Gheddafi. Il gruppo jihadista ha rivendicato il rapimento sui social media, pubblicando le foto dei documenti d'identità dei tre rapiti, senza fornire ulteriori particolari. Secondo fonti egiziane consultate dall'Agenzia Fides, sarebbero in corso tentativi per verificare la possibilità di ottenere la liberazione dei rapiti attraverso il pagamento di un riscatto. 
 








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