È atteso per il prossimo 11 settembre, presso la Camera dei Comuni del Regno Unito, il dibattito ed il voto sul progetto di legge relativo al suicidio assistito. Presentata da Rob Marris, la proposta normativa mira a rendere possibile, per i malati terminali adulti, la scelta di porre fine alla propria vita con una specifica assistenza medica. E quindi ciò implica la possibilità, per i medici, di iniettare farmaci letali ai pazienti malati terminali per portarli al suicidio.
Serve informazione dettagliata e capillare
Naturalmente, la preoccupazione della Chiesa cattolica
locale è forte: “Si tratta di un dibattito estremamente importante – scrive mons.
Peter Smith, arcivescovo di Southwark e responsabile del Dipartimento per la responsabilità
cristiana e la cittadinanza, all’interno della Conferenza episcopale inglese – Le
informazioni e le spiegazioni su questo argomento devono essere diffuse capillarmente
in tutte le parrocchie del Paese”.
Cure palliative siano maggiori, migliori e accessibili a tutti
“Esorto urgentemente i cattolici – continua il presule
– a contattare i parlamentari al più presto possibile per esprimere la propria preoccupazione
riguardo al pericoloso impatto che un simile progetto di legge potrebbe avere sulle
persone più vulnerabili”. “I politici – aggiunge mons. Smith – devono ascoltare i
loro committenti”, perché “ciò che serve sono cure palliative maggiori e migliori,
non l’assistenza al suicidio”. Per questo, la Conferenza episcopale inglese ha creato
un’apposita pagina web in cui si spiegano, nel dettaglio, la proposta normativa e
le sue drammatiche conseguenze.
Ogni vita umana è sempre degna di rispetto e protezione
“La vita di ogni persona è sempre degna di rispetto
e protezione”, si legge nella pagina, ed anche nel dolore, nella sofferenza o nella
solitudine, ogni uomo merita “attenzione e sostegno, non l'assistenza al suicidio”.
Di qui, il richiamo allo sviluppo degli hospice e delle cure palliative, affinché
siano accessibili a tutti. Citando, poi, il messaggio di Papa Francesco per la Giornata
della vita 2013, i vescovi inglesi sottolineano che “anche i più deboli e vulnerabili,
i malati, gli anziani, i non ancora nati ed i poveri sono capolavori della creazione
di Dio, fatti a sua immagine, destinati a vivere in eterno, e meritevoli della massima
riverenza e di rispetto”. Per questo, “la Chiesa insegna che la vita è un dono di
Dio e sostiene un’assistenza di alta qualità per i moribondi e una tutela per i più
deboli e vulnerabili”.
Suicidio assistito contrario al giuramento di Ippocrate e all’etica medica
Quanto al parere dei medici, i vescovi britannici
sottolineano che “la British Medical Association, e il Medical Royal Colleges sono
fortemente contrari a legalizzare il suicidio assistito” perché esso violerebbe “i
principi fondamentali dell'etica medica professionale”, principi che risalgono “al
giuramento di Ippocrate” e che affermano che “i medici devono mostrare il massimo
rispetto per la vita umana”. Facendo, poi, un paragone con i Paesi in cui il suicidio
assistito è stato legalizzato, come l’Olanda o alcuni Stati degli Usa, i presuli inglesi
evidenziano come i limiti imposti dalla legge vengano sempre più spesso aggirati:
“Ad esempio, alcune leggi cercano di limitare l'accesso al suicidio assistito per
i malati terminali con una prognosi specifica. Ma la prognosi di una malattia terminale
è irta di difficoltà: i malati terminali spesso vivono molto più a lungo di quanto
previsto e diagnosticare la depressione clinica non è così facile”.
I politici ascoltino il parere degli elettori
Infine, la Chiesa cattolica di Londra chiede ai fedeli
di contattare i parlamentari per far sentire la propria voce perché “i politici devono
ascoltare i propri elettori e le loro preoccupazioni”. (A cura di Isabella
Piro)
All the contents on this site are copyrighted ©. |