2015-07-19 11:30:00

Grecia. Oggi riaprono le banche, ma con prelievo limitato


Il governo di Atene ha disposto per decreto la riapertura delle banche, dopo il lunghissimo periodo di chiusura durato tre settimane. Da domani dunque il sistema finanziario e l’economia greca cominceranno il rientro alla normalità, sotto gli occhi dei creditori. Intanto il premier Alexis Tsipras dopo aver cambiato i vertici dell’esecutivo si trova alla prese col suo ex ministro delle Finanze Varoufakis, diventato portavoce dei dissidenti, secondo cui “il nuovo piano di aiuti è una sconfitta per tutti”. Cecilia Seppia:

Tsipras completa il rimpasto di governo, mettendo all’angolo gli esponenti dell’ala radicale di Syriza e recuperando così un po’ di consensi dell’opinione pubblica ma la corsa ad ostacoli di Atene prosegue senza sosta. La Grecia infatti, sta aspettando il prestito ponte da 7,16 miliardi di euro che servirà per 4,2 miliardi a rimborsare le Bce tra 24 ore, mentre il Fondo Monetario Internazionele aspetta arretrati per 2 miliardi. Con il resto verranno saldati stipendi e pensioni. La speranza più forte è poi che il via libera al nuovo piano arrivi entro il 20 agosto quando andrà in scadenza un’altra fetta del debito verso la Banca centrale europea. Prima, però, i creditori attendono altri segnali di “buona fede” da Tsipras che il 22 luglio dovrà far approvare dal Parlamento la riforma della Giustizia civile e attuare una direttiva europea sugli istituti di credito. Ed è proprio lo stato di salute del sistema bancario greco a rimanere un grande punto interrogativo: l’esecutivo ha varato un decreto per cui gli sportelli, chiusi dallo scorso 29 giugno, riapriranno domani dopo aver ottenuto un nuovo aumento della liquidità da parte della Bce, ma verrà mantenuto il limite al prelievo di 420 euro a settimana per evitare una nuova fuga di capitali. A tutto questo, poi, si aggiunge l’aumento dell’Iva: un banco di prova importante per un Paese dove l’evasione fiscale continua a galoppare. Ma per Tsipras le alternative scarseggiano: se il Fmi con la Bce, Draghi in prima fila, e alcuni Paesi come Francia e Italia sostengono la necessità di un alleggerimento del debito complessivo di Atene, sotto forma di scadenze allungate e tassi agevolati, la Germania ribadisce che un taglio è fuori discussione. Anzi, il ministro delle Finanze tedesco, il falco Wolfgang Schaeuble, non ha escluso la possibilità di dimettersi se la Cancelliera Angela Merkel gli chiedesse di cambiare linea. A preoccupare Tsipras è anche il suo ex ministro delle finanze Varoufakis, diventato portavoce dei dissidenti. Per lui il nuovo piano di aiuti è una sconfitta che farà esplodere il debito dal 177 per cento al 200 per cento del Pil. "L'accordo - ha aggiunto - ci è stato imposto per vendetta e l'Europa non ha riconosciuto i propri errori continuando a spingere per un programma che è già fallito".

Sono, dunque, tante le speranze ma anche i timori dei greci in questo momento. Sulla situazione, Roberta Barbi ha sentito Danilo Feliciangeli, responsabile del gemellaggio Caritas Italia-Grecia:

R.  – Questo momento è uno dei più drammatici di questa lunga storia di crisi in Grecia. Sono almeno 5 anni che i greci fanno sacrifici e hanno visto ridotti il loro reddito, i posti di lavoro, le pensioni: il tracollo delle loro sicurezze… Da quasi due settimane la popolazione vive con le banche chiuse, quindi a parte la vita quotidiana, anche tutte le attività commerciali, le attività economiche, il pagamento di fornitori, di servizi indispensabili, veramente, è il momento peggiore di questa crisi.

D. – Quali sono i sentimenti prevalenti della popolazione: paura, speranza?

R. – Speranza poca, nonostante in questi 5 anni la popolazione abbia sempre creduto nel salvataggio: "Ok, facciamo i sacrifici ma ne usciremo". Ma in questo momento non si vede la fine, c’è molta delusione e molta preoccupazione.

D. – In cosa consiste il progetto Caritas dei gemellaggi solidali?

R. – Questo progetto nasce da un appello fatto al Papa nel 2012 dalla famiglia greca Paleologo che già nel 2012 denunciava questa mancanza di speranza. E da lì, il Papa Benedetto fece questo appello a gemellaggi come segno evidente di solidarietà tra famiglie italiane e famiglie greche, parrocchie italiane e parrocchie greche, diocesi italiane e diocesi greche. Quindi non solo un programma di aiuti, di prima assistenza, ma anche progetti di sviluppo economico che quindi portino sollievo immediato. Adesso stiamo lanciando un grande programma di adozioni a distanza di famiglie greche. Programmi molto semplici, ma che vanno direttamente a colpire i bisogni primari; al tempo stesso stiamo cercando di puntare di più sul lungo periodo, quindi programmi che generino sviluppo, come la creazione di imprese sociali.

D.  – Il vostro programma coinvolge soprattutto i giovani, sono loro i più colpiti da questa situazione?

R. – Purtroppo sì, i giovani e gli anziani. La disoccupazione giovanile è superiore ormai al 60% e quindi c’è un tasso di emigrazione ormai altissimo.

D. – Con le banche finora chiuse è stato difficile anche per le organizzazioni che vogliono aiutare…

D. – Purtroppo diventa impossibile. Questo programma di adozioni di famiglie ancora non è potuto partire, perché abbiamo trasferito nuovi fondi in Grecia ma Caritas Hellas non può prelevarli dal conto e quindi non può comprare i generi di prima necessità. Abbiamo avviato un centro pastorale per le famiglie, in un quartiere di Atene, adesso dobbiamo pagare le bollette elettriche, ma il conto è bloccato.

D. – Puntare sulla solidarietà è la ricetta giusta per uscire dalla crisi?

R. – Credo proprio di sì. Una solidarietà che sia prima di tutto di incontro umano, come abbiamo cercato di fare con questi gemellaggi, e questo è fondamentale, quindi cercare di condividere e di capire un po’ più a fondo quello che sta passando il popolo greco per sentirsi più vicini. E poi una solidarietà che sia costruttiva, che punti un po’ più nel lungo periodo e non solo nell’immediato a cercare di puntare su uno sviluppo che poi è uno sviluppo di tutta l’Unione Europea, di tutta la comunità.

D . – Lei qualche giorno fa ha lanciato un appello ai turisti che non disdicano le vacanze in Grecia…

R.  – E lo confermo, nonostante le difficoltà. Sicuramente bisogna prendere alcune precauzioni, come partire con il contante necessario anche se in teoria gli stranieri non hanno problemi perché potrebbero prelevare dal bancomat, però se partiamo con il contante oltre a stare più tranquilli diamo un aiuto agli operatori turistici greci che non possono prelevare dalla banca, quindi noi portiamo loro il liquido necessario, a fronte di servizi.








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