2015-07-17 12:47:00

Povertà: il governo punta sul Ria, ma per le Acli le risorse sono scarse


Il governo sta dimostrando di voler lottare contro la povertà, ma a oggi le risorse sono insufficienti. E’ quanto in sostanza affermano le Acli, che ieri sera hanno partecipato assieme ad altre associazioni a un incontro col ministro del Lavoro, Poletti, per mettere a punto le strategie contro l’esclusione sociale. Il servizio di Alessandro Guarasci:

L’aumento della povertà in Italia si è fermato nel 2014, ma il dato è comunque preoccupante. In questa condizione, sono poco più di quattro milioni di cittadini. Il governo ora punta sul Ria, il "Reddito di inclusione attiva", una misura che condiziona il sostegno in soldi all'adesione dei beneficiari ad un progetto che agisca sui bisogni della famiglia, sull'accompagnamento verso l'autonomia e sulla piena inclusione nella società. Lo stanziamento triennale sarebbe di 1.5 miliardi. Ma per le Acli è troppo poco. Il presidente Gianni Bottalico:

“Noi abbiamo sempre una nostra proposta di reddito di inclusione sociale che è il nostro riferimento e quindi aspettiamo. Il governo ci ha detto che siamo all’inizio di un cammino: ci attendiamo che il governo acceleri anche questo percorso o, in prospettiva, anche la legge di stabilità, in modo che l’introduzione di norme contro la povertà avvenga da subito, con la prossima legge di stabilità”.

Il reddito d’inclusione di cui parla Bottalico ha un costo di circa sei miliardi in quattro anni e prevede anche la partecipazione dell’associazionismo nell’inserimento sociale e lavorativo dei cittadini svantaggiati, oppure nell’erogazione di servizi come l’assistenza psicologica. Insomma, il nodo sono sempre le risorse. Ancora Bottalico:

“Avendo ancora questi limiti europei – e la Grecia ha fatto vedere cosa è successo – noi assolutamente non siamo in grado di operare. Quindi, credo che vada fatta una grande iniziativa politica da parte del governo Renzi per rivedere i patti di austerità che oggi sono improponibili in un Paese che vuole avviare un processo di sviluppo e di coesione sociale”.








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