In occasione del Bicentenario della nascita di Don Bosco, Papa Francesco ha inviato al rettor maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, una lettera per rendere grazie a Dio per il dono del Santo dei giovani e “richiamare gli aspetti essenziali dell’eredità spirituale e pastorale di Don Bosco ed esortare a viverli con coraggio”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Don Bosco ci insegna anzitutto a non stare a guardare, ma a porsi in prima linea per offrire ai giovani un’esperienza educativa integrale” che coinvolga tutta la persona umana. E’ quanto scrive Papa Francesco al rettor maggiore dei Salesiani, in occasione del Bicentenario della nascita di Don Bosco. Il Pontefice sottolinea che l’Italia e l’Europa sono molto cambiate in questi ultimi due secoli, ma non è cambiata l’anima dei giovani perché anche oggi “i ragazzi e le ragazze sono aperti alla vita e all’incontro con Dio e con gli altri”. Al tempo stesso, “ce ne sono tanti a rischio di scoraggiamento, di anemia spirituale e di emarginazione”. La pedagogia di Don Bosco, evidenzia il Papa, “è l’amorevolezza” e ribadisce quanto sia necessario che “l’amore dell’educatore si esprima mediante gesti concreti ed efficaci”. Ancora, nella lettera si sottolinea la consegna totale di Don Bosco a Dio “in uno slancio per la salvezza delle anime” in particolare dei giovani, atteggiamenti che “l’hanno portato ad uscire e a operare decisioni coraggiose: la scelta di dedicarsi ai giovani poveri, con l’intento di realizzare un vasto movimento di poveri per i poveri”.
I salesiani si impegnino sulle nuove frontiere educative
Anche oggi, prosegue Francesco, “la Famiglia salesiana si apre verso nuove frontiere
educative e missionarie, percorrendo le vie dei nuovi mezzi di comunicazione sociale
e quelle dell'educazione interculturale presso popoli di religioni diverse, o di Paesi
in via di sviluppo, o di luoghi segnati dalla migrazione”. D’altro canto, constata
il Papa, “le sfide della Torino del secolo XIX hanno assunto dimensione globale: idolatria
del denaro, inequità che genera violenza, colonizzazione ideologica e sfide culturali
legate ai contesti urbani”. Di qui l’invito ai salesiani a “far rifiorire la creatività
carismatica dentro e oltre” le “istituzioni educative”. Don Bosco, scrive, “vi aiuti
a non deludere le aspirazioni profonde dei giovani”: “bisogno di vita, apertura, gioia,
libertà, futuro; il desiderio di collaborare alla costruzione di un mondo più giusto
e fraterno, allo sviluppo per tutti i popoli, alla tutela della natura e degli ambienti
di vita”. Francesco invita dunque i salesiani ad accompagnare i giovani “nella ricerca
di sintesi tra fede, cultura e vita, nei momenti in cui si prendono decisioni impegnative,
quando si cerca di interpretare una realtà complessa”.
Dare un’anima alle Reti sociali, impegnare i giovani nel volontariato
Il Papa segnala in particolare due compiti: “il primo è quello di educare secondo
l'antropologia cristiana al linguaggio dei nuovi mezzi di comunicazione e delle reti
sociali, che plasma in profondità i codici culturali dei giovani”; il secondo “è promuovere
forme di volontariato sociale, non rassegnandosi alle ideologie che antepongono il
mercato e la produzione alla dignità della persona e al valore del lavoro”. Francesco
riprende il tema della “emergenza educativa” di Benedetto XVI e di qui invita la Famiglia
salesiana a “favorire un’efficace alleanza educativa tra diverse agenzie religiose
e laiche per camminare con la diversità dei carismi a favore della gioventù nei diversi
continenti” e questo coinvolgendo anche le famiglie perché non può esserci “un’efficace
pastorale giovanile senza una valida pastorale familiare”. E sottolinea che gli adulti
sono chiamati ad ascoltare i giovani “con pazienza, comprendere le loro inquietudini
o le loro richieste, e imparare a parlare con loro nel linguaggio che essi comprendono”.
“Le attese della Chiesa riguardo alla cura della gioventù – conclude il messaggio
ai salesiani – sono grandi”, assumete dunque “l’eredità del vostro fondatore” per
parlare e agire “con i giovani e per i giovani”.
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