Grecia: sì del Parlamento a piano Ue, ma partito del premier si spacca
Il Parlamento della Grecia ha
approvato la scorsa notte il primo pacchetto di riforme concordate dal premier Tsipras
a Bruxelles per ottenere nuovi aiuti dai partner europei ed evitare l’uscita dall’Euro.
Il voto favorevole è costato però la spaccatura del suo partito Syriza, mentre la
popolazione è scesa in piazza per contestare le misure di austerità imposte dai creditori.
Il servizio di Roberta Gisotti
Una notte drammatica per il premier
Tsipras, per la tenuta del suo governo e per la Grecia tutta, spaccata sul Piano di
Riforme, approvato oltre lo scadenza della mezzanotte fissata come termine ultimo
da Bruxelles a garanzia di quanto pattuito, in cambio di 86 miliardi di nuovi aiuti
dai partner europei. 249 i voti a favore alle misure di austerità, ben oltre i 151
necessari, grazie al supporto delle opposizioni al governo di Atene, il primo - ricordiamo
- di estrema sinistra nella storia dell’Unione Europea, che esce spaccato da questa
seduta, con ben 34 deputati - su 149 del partito Syriza del premier - che hanno detto
no al Piano, mentre altri 6 si sono astenuti. Eppure Tsipras si era appellato all’unità
della sua maggioranza: “senza il vostro sostegno nel voto di stasera - aveva detto
– sarà difficile per me restare alla guida del governo”, sui cui ora pesa dunque una
grande incognita. “Ho fatto una scelta di responsabilità e di dignità”, ha cosi difeso
Tsipras l’accordo stretto con i creditori, che a Bruxelles sono al lavoro per un prestito
ponte per il fabbisogno immediato del Paese e la riapertura delle sue banche. Una
strada ancora tutta in salita e sconosciuta da percorrere per la Grecia.