Gli uffici di rappresentanza dell'Unione Europea a Gerusalemme e Ramallah hanno diffuso un comunicato relativo alla recente decisione della Corte Suprema israeliana di autorizzare il proseguimento della costruzione del Muro di separazione nella Valle di Cremisan. Nella dichiarazione, che porta la data del 10 luglio, si esprime “profondo rammarico e preoccupazione” per la decisione presa dal supremo organo giudiziario israeliano.
Le famiglie palestinesi penalizzate dal Muro sono tutte cristiane
“Se verrà costruita - si legge nel comunicato ripreso dall'agenzia Fides – questa
barriera restringerà severamente l'accesso di 58 famiglie palestinesi alle proprie
terre, e avrà conseguenze profonde sulle loro vite. Inoltre la decisione comporterà
un'ulteriore usurpazione di terra palestinese nell'area adiacente a Betlemme, in una
zona già pesantemente colpita dall'espansione degli insediamenti di coloni”. Le famiglie
palestinesi direttamente penalizzate dalla decisione della Corte suprema israeliana
sono tutte cristiane.
L'Ue aveva appoggiato il no al Muro della Corte Internazionale di Giustizia
Nel comunicato delle rappresentanze dell'Ue e Gerusalemme e Ramallah si ricorda anche
che l'Unione Europea aveva appoggiato il parere consultivo con cui la Corte Internazionale
di Giustizia, già nel luglio 2004, aveva definito “illegale” la costruzione del Muro
di separazione su terreni arbitrariamente e unilateralmente confiscati. (G.V.)
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