2015-07-15 16:17:00

Arturo Paoli: io, povero, tra i derelitti "senza terra"


Lucca celebra oggi in cattedrale le esequie di fratel Arturo Paoli, il religioso dei Piccoli Fratelli del Vangelo spentosi l'altro ieri a 102 anni di età. Fu un “ultimo” assieme agli ultimi per un lungo arco della vita e, in questa intervista del 2001 spiega, al microfono di padre Vito Magno, la sua esperienza di sacerdote tra i contadini dell’America Latina. Una testimonianza di straordinaria attualità, che riecheggia gli insegnamenti di Papa Francesco:

R. – Io non sento nessuna difficoltà, devo dire. I poveri sono persone come me, non vedo che la qualità di intellettuale costituisca un valore così essenziale da farmi sentire differente dagli altri. Io mi metterei in ginocchio davanti a certe donne della favela che vivono una vita eroica, una vita così dura, così difficile, e che vivono con facilità. Mi sento così umiliato davanti ai poveri perché non solamente sento che soffrono ma mi sento colpevole perché io in fondo vivo una vita comoda davanti alla loro.

D. – Ma la sua voce scomoda molti, anche fin troppo, soprattutto per l’appoggio che dà al movimento dei “senza terra”…

R. – I “senza terra” in questo momento è protetto da giuristi di grande valore, i quali hanno scoperto finalmente questi senza terra stando vicino a loro e vedendo con che prudenza, con che saggezza, compiono questa occupazione di terra per cercare la vita: questa terra che noi abbiamo avvelenata, noi occidentali…

D. – Questo lei lo ha descritto in un libro di successo, “Il grido della terra”. Ma perché poi gridare?

R. – Perché non è giusto che la terra sia venduta per la speculazione, non è giusto che le multinazionali occupino la terra che dovrebbe dare da mangiare a tutti, e cioè, finalmente, lo strappare la terra dalle mani di quella che la usano come mercato perché questo è il nostro grande delitto di noi del primo mondo, questo scoprirla come l’ha vista San Francesco: la terra che ci governa, che ci nutre, che ci alimenta.

D.  – Oltre il mondo rurale non ci sono altri problemi nell’America Latina?

R. – L’America Latina ha tutto, non è un continente povero, è un continente ricco. E questa forse è la sua disgrazia immediata. Ma il giorno in cui fosse libera e fosse governata da gente che ama la sua terra e che non è legata agli interessi stranieri, allora l’America Latina sarebbe il paradiso terrestre.

D.  – Arturo Paoli, rifarebbe ciò che ha fatto per i contadini?

R. – Mille volte! Mille volte. Io sono pentito di averlo fatto male, ma non mi pento delle scelte, tutto è stato bello, anche quello che ho vissuto con molta sofferenza, perché tutto torna al bene. Mi sento molto felice in questo momento, nell’epilogo della vita… Mi piacerebbe morire ora!

D. – Perché?

R. – Perché morirei cantando!








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