“La Laudato si’ è un appello” all’ecumenismo “esistenziale”. E’ quanto afferma il metropolita di Pergamo, Ionannis Zizioulas, in una lunga intervista con padre Antonio Spadaro, pubblicata sull’ultimo numero di Civiltà Cattolica. Il vescovo ortodosso, che è stato tra i relatori della presentazione dell’Enciclica di Papa Francesco - lo scorso 19 giugno nell’Aula Nuova del Sinodo - sottolinea che “di fronte ai grandi problemi dell’umanità e del pianeta le nostre differenze e divisioni si relativizzano. C’è su alcune questioni un ecumenismo già realizzato. Dunque, l’Enciclica è davvero un richiamo all’unità dei cristiani, alla preghiera comune e alla conversione dei nostri cuori e dei nostri stili di vita divenuti insostenibili”.
Crisi ecologica è innanzitutto problema spirituale
“La crisi ecologica – prosegue Zizioulas nella conversazione con il direttore della
rivista dei gesuiti – è essenzialmente un problema spirituale: l’Enciclica lo dice
con chiarezza. Con il peccato originale il corretto rapporto tra l’uomo e il suo ambiente
naturale si è rotto. Questa rottura è peccato, il peccato ecologico, che è sia individuale
sia sociale. Chi pensa alla propria salvezza non può non considerare il peccato ecologico,
frutto dell’avidità umana”. Il metropolita di Pergamo sottolinea il grande impegno
del patriarca ecumenico Bartolomeo I sui temi dell’ambiente e rammenta che già nel
2002, assieme a Giovanni Paolo II, fu firmato un documento comune, la Dichiarazione
di Venezia, “in cui i due leader della Chiesa hanno dichiarato la loro preoccupazione
per la tutela del nostro pianeta minacciato dall’attuale crisi ecologica”. Adesso,
soggiunge, “a nome del patriarca ecumenico, ho espresso a Sua Santità Francesco la
grande gratitudine del mondo ortodosso per aver levato la sua voce autorevole in questo
momento critico della storia dell’umanità”.
Ambiente e giustizia sociale centrali nell’ecumenismo
“Le Chiese – ribadisce il vescovo Zizioulas – devono cercare la loro unità non solo
rispetto al passato, ma anche rispetto alle attuali condizioni in cui vivono. Anche
i bisogni reali dell’umanità devono essere presi in considerazione nell’ecumenismo
esistenziale, e questo significa che problemi come la giustizia sociale e la salvaguardia
del creato devono rivestire un posto centrale nelle relazioni ecumeniche”. Del resto,
prosegue, “l’ecologia non è preservazione, ma sviluppo”. Il metropolita torna poi
a rilanciare la sua proposta affinché i cristiani possano celebrare una data comune
per pregare per la terra. “Il Patriarcato ecumenico – spiega – ha deciso nel 1989
di dedicare la data del primo settembre alla preghiera per l’ambiente”, “in questo
giorno noi preghiamo per il creato anche con preghiere composte appositamente da un
innografo del Monte Athos. Sarebbe un segno, se questa data avesse valore per tutti
i cristiani”. (A cura di Alessandro Gisotti)
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