2015-07-10 11:49:00

Toccafondi: grazie a Buona Scuola più insegnanti e no gender


Il ministro dell’Istruzione, Giannini, afferma che a settembre le famiglie troveranno una scuola rinnovata. Grazie anche alle nuove 100 mila assunzioni, ci saranno più insegnamenti e saranno rafforzati quelli già presenti. Scontenti però i sindacati, che contestano i poteri del preside e parlano di farsa per quanto riguarda le nuove assunzioni. Alessandro Guarasci ha intervistato il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi:

R. – Partiremo con una prima "tranche", che sono gli insegnanti che servono per far partire la macchina scolastica, e poi entro pochi mesi entreranno gli altri 50 mila assunti, che sono forse la vera novità, che sono gli insegnanti che serviranno a non avere più le cosiddette classi “pollaio”, ad avere l’insegnamento della lingua inglese davvero ovunque, ad avere l’insegnamento di storia dell’arte, di musica, di diritto, di economia, ad avere gli insegnanti tecnico-pratici per aprire i laboratori degli istituti tecnici e professionali. C’è la necessità di partire da ciò di cui la scuola ha bisogno. Bisogna un po’ ribaltare il concetto della scuola: la scuola non è fatta per gli insegnanti, che sono fondamentali, ma la scuola non è fatta per gli insegnanti e per il posto di lavoro degli insegnanti, è fatta per i ragazzi. Il numero delle assunzioni, metà subito e metà dopo qualche mese, è una necessità realistica, data dal fatto che siamo ormai oltre il tempo massimo per arrivare a 100 mila assunzioni per il primo settembre.

D. – Uno dei punti più contestati ai sindacati è quello dei poteri del cosiddetto "super preside". Serve un maggior controllo, per esempio dei genitori o del collegio degli insegnanti, su come il preside sceglierà i docenti e, soprattutto, gli uffici scolastici regionali sapranno anche gestire meglio questa nuova situazione?

R. – Io vorrei sfatare questo mito del preside “sceriffo”, del dittatore… Ne abbiamo sentite di tutti i colori. Gli insegnati – 100 mila in questo caso – saranno assunti dalle graduatorie. Saranno inseriti in graduatorie territoriali, che sono minori rispetto alle graduatorie provinciali. Ecco, questo è il potere del cosiddetto preside “sceriffo”: il dirigente scolastico che nota tra gli insegnanti, che comunque verranno assunti, quello della materia di cui lui ha bisogno nella scuola, che magari ha un percorso di vita vissuta come insegnante e ha un curriculum più attinente a quella sua scuola.

D. – Alcune associazioni dicono che tramite la “Buona scuola” in sostanza si introduce il principio della teoria di gender o del genere. Voi come rispondete?

R. – Capisco il problema, perché il problema c’è. Non c’è dentro la “buona scuola”, quanto in un insieme. Da circa tre anni, l’Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali, che fa capo al Dipartimento delle Pari opportunità alla presidenza del Consiglio, ha cambiato un po’ la sua natura e si occupa quasi esclusivamente del tema lgbt. Il comma 16 della "Buona scuola" parla chiaro, fa una lista di cose di cui la scuola deve occuparsi e, fra queste, si parla anche di lotta alle discriminazioni di genere e di ogni altra discriminazione. In questa frase non vedo il tema gender. Esulando dal comma 16 della “buona scuola” è stata emanata una circolare una settimana fa, da parte del Ministero dell’Istruzione, in cui si ribadisce a tutte le scuole che tutto ciò che entra nella scuola, come attività curriculare o extracurriculare, deve essere visto, approvato e a conoscenza dei genitori.








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